Daniela Aiuto in Polonia per monitorare i diritti delle donne

mer 24 maggio 2017
Politica di redazione
3min
Daniela Aiuto in Polonia per monitorare i diritti delle donne ©n.c.
Daniela Aiuto in Polonia per monitorare i diritti delle donne ©n.c.
POLONIA. Daniela Aiuto, eurodeputata del Gruppo EFDD, ha partecipato a una delegazione della Commissione per i diritti delle donne del Parlamento Europeo in visita in Polonia dal 22 al 24 maggio. Scopo della missione è stato quello di monitorare e valutare la situazione dei diritti delle donne in Polonia, soprattutto alla luce delle recenti leggi adottate e delle posizioni del Parlamento espresse in alcune risoluzioni. Unitamente a lei erano presenti Maria Arena, deputata belga del gruppo dei socialisti, Malin Bjork, deputata svedese della sinistra europea e Terry Reintke, deputata tedesca del gruppo dei verdi. Nella "tre giorni" è stato possibile incontrare i rappresentanti del governo polacco, del senato, della società civile e del mondo accademico. Tra le persone incontrate Adam Lipinski, Segretario di Stato, Jaroslaw Duda, Presidente della Commissione per la famiglia nel senato, Gronkiewicz-Walts, Sindaco di Varsavia. Numerose le ONG incontrate. Nella mattinata di mercoledì si è svolta una conferenza stampa conclusiva, in cui si sono sviluppati i punti principali discussi durante la visita. Tra questi principalmente tre: 1) il tema della violenza contro le donne e l'attuazione della Convenzione di Istanbul; 2) la salute e i diritti sessuali e riproduttivi; 3) l'accesso al mercato del lavoro. Se sotto alcuni aspetti la Polonia ha dimostrato di aver conseguito notevoli passi in avanti rispetto al passato, è emerso tuttavia che vi è ancora molto lavoro da svolgere. In materia di violenza contro le donne è emersa la necessità di superare alcuni retaggi culturali e di migliorare la tutela nei confronti delle donne, sia in termini di informazione e prevenzione, che in termini di assistenza e supporto durante e dopo le violenze. Ulteriori misure servono per difendere le vittime e per allontanare i colpevoli, prevenendo possibili reiterazioni dei reati. Il quadro legislativo è risultato essere piuttosto frammentato e la delegazione Parlamentare ha reiterato la necessità di uniformare le misure in essere, andando avanti nell'applicazione della Convenzione di Istanbul. Altro problema affrontato è stato il finanziamento discriminatorio delle ONG (non sono ad esempio finanziate pubblicamente le ONG che si occupano di sole donne, in quanto tali servizi non vengono considerati neutri dal punto di vista del genere). Per quel che riguarda la salute e i diritti sessuali e riproduttivi, si è preso atto del fatto che vi è una carenza di dati statistici attendibili e veritieri. Molte discordanze sono state rilevate e si è evidenziato che molte situazioni irregolari vengono reiterate soprattutto per quel che riguarda gli aborti. A tal proposito, esiste una legislazione restrittiva che consente l'aborto in casi eccezionali e, in particolare, quando è in pericolo la vita della madre o quando sono a rischio la salute della madre stessa o del bambino. La legge tuttavia viene sovente non applicata in maniera corretta e la delegazione parlamentare ha chiesto una migliore attuazione per garantire i diritti di tutte le donne in un quadro legale e sicuro. La legge in materia di aborto è stata oggetto di numerose proteste nello scorso mese di ottobre ("black protest"). In aggiunta, il governo polacco ha confermato di non finanziare pubblicamente la fecondazione in vitro e di preferire altri metodi innovativi e alternativi. Il governo polacco, inoltre, sostiene l'obiezione di coscienza. Infine, per quel che concerne l'accesso al mercato del lavoro, si è preso atto di una situazione variegata e non sempre uniforme, soprattutto tra grandi e piccole città. Il governo ha adottato un programma denominato 500+, attraverso il quale vengono assegnati 500 sloti (circa 120 euro) mensilmente a ogni famiglia che fa almeno due figli. Si sta ora verificando la possibilità finanziaria di estendere tale misura anche alle coppie non sposate. "Combattere la violenza contro le donne è una priorità", -ha spiegato Daniela Aiuto, che prosegue-: "Occorre implementare la Convenzione di Istanbul, ma ciò non basta. Questo è solo un primo passaggio che però non è sufficiente. L'Italia, ad esempio, ha adottato, ratificato e implementato la Convenzione di Istanbul. Tuttavia i casi di violenza sono ancora numerosi e il problema non è stato eradicato. Bisogna quindi guardare oltre e continuare a lavorare e lottare per risolvere il problema in concreto e non solo sulla carta. In Polonia sarebbe necessario uniformare la legislazione, in quanto il quadro appare notevolmente frammentato. Per quel che riguarda la salute riproduttiva è preoccupante il fatto che vi siano notevoli aborti clandestini e ciò costituisce sicuramente un'emergenza. È bene che la legislazione esistente venga attuata correttamente e in pieno. Purtroppo abbiamo notato una mancanza di dati statistici aggiornati e tutte le parti incontrate hanno fornito informazioni differenti. Auspichiamo che in futuro vi sia maggiore certezza per dati veritieri corrispondenti alla realtà." Così, Daniela Aiuto.

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