Web e social tra responsabilità e irresponsabili

In rete gio 13 dicembre 2018
Spalla di Claudio de Luca
3min
Web ©https://www.startmag.it
Web ©https://www.startmag.it

ABRUZZO. Parlare della comunicazione non è semplice. Di sicuro l’argomento dev’essere sempre collocato nel primigènio terreno di coltura. E’ da questo che occorre partire perché è quello in cui siamo stati collocati nascendo. Insomma l’angolo imprescindibile, a cui non ci si può non-riferire, è quello usuale dei mondi provinciali senza circoli filosofici, con sporadici “vernissage” di paese, fatti di croccanti assaggini di pane locale intinto nell’olio nuovo e di qualche delibazione di cavatelli.

Viene a concretarsi così il rosario di un rito annuale partorito in una crosta di vita che non fa rumore, dove le giornate trascorrono tranquille. Al massimo in questo mondo si ascoltano le invettive di chi vive delle memorie dei Latini, dei Romani, dei Pentri e dei Sanniti, magari senza rendersi conto che questi nostri progenitori si atteggiarono permeando l'ambiente di sé al punto di lasciare profonde vestigia ancora oggi. Perciò, la memoria che ci àncora al passato dovrebbe farsi produttiva, trasmutandosi in principio vitale, modificando il ricordo nella continuità per affiancarlo a progetti che predispongano all’avvenire. Pensare al passato può essere bello, ed eleva lo spirito, ma rimane esercizio autoreferenziale quando non consenta di affacciarsi alla feritoia da cui aprire gli occhi sulle prospettive dei tempi andati. Nel Paese della bugia, la verità potrebbe rivelarsi una malattia. Ne è testimone ‘internet’ che ha sostituito i ’social’ di mezzo secolo addietro (i bar, i barbieri, le sezioni di partito e le drogherie) quando i pettegolezzi, appena sussurrati, partivano lievemente, come una pallina di neve, ed alla fine riuscivano a scendere a valle come una valanga.

Dapprincipio l'annuncio somigliava all'accenno di una bugia, poi diventava un’allusione che denigrava e, lentamente, faceva diventare il destinatario un campione di ribalderie. Ma oggi la calunnia non è più un venticello; ed un'accusa, soprattutto se inventata di sana pianta, potrebbe originare un danno irreparabile.

Perciò, in tempi in cui la globalità la fa da padrone, tutto dovrebbe essere trasparente e verificabile; ma spesso risultiamo oppressi dalle menzogne senza riuscire a discernere più il falso dal vero. Si è giunti al culmine soprattutto nel giro delle amicizie su “Facebook”, quando leggiamo di “post” in cui si parla di politica regionale o comunale, spesso rinunciando addirittura – e solo per far prevalere la polemica – a parte dei nostri valori. Perciò, così come la bugia, anche la “verità” può rivelarsi infettiva. E, insistendo a dirla, pure quest’ultima può diventare (magari a torto!) un’inarrestabile epidemia.

Un esempio? La fatalità volle che molti divi della musica fossero venuti meno nel 2016. La risposta dei ‘mass-media’ fu uno stillicidio di notizie, sempre uguali, secondo cui era scomparsa tanta gente che cantava o che suonava. E’ stato un po’ come se ci trovassimo in un Universo senza fine, pur tuttavia concluso dentro un mondo minimo che propina sempre la medesima notizia. Nel mondo antico gli uomini si muovevano assai poco, però "immaginavano" moltissimo.

Nel Medioevo non mancavano i viaggiatori e gli esploratori, ma la gran parte delle persone trascorreva la propria vita in uno spazio minimale e tutto ciò che gli fosse stato proposto poteva essergli spiegato dai libri. Due secoli fa le informazioni venivano portate da viandanti o da soldati di passaggio o da qualcuno che, dopo di essere partito, era tornato. Purtroppo si trattava di notizie vaghe, vecchie di mesi o di anni, Insomma il mondo del passato era un po' come quello dell' '800, rievocato dallo scrittore Francesco Iovine, quando i Molisani ignoravano avvenimenti che li avrebbero toccati molto da presso:“Notizie di guerre, cadute di dinastie, di congiunzioni di astri arrivavano dopo sei mesi, quando avevano perduto ogni significato, ogni carattere emotivo". Tutta colpa del Biferno che "aveva il potere di sconvolgere le leggi del tempo". A causa dei capricci del fiume lotte importanti, come l’annessione del Regno di Napoli al Piemonte, correvano con ritardo sulla bocca del popolo; al punto che si sarebbe appreso qualcosa di meno confuso solo quando la gente si fosse incamminata a piedi per il rituale pellegrinaggio annuale nel Foggiano. In epoca recente, quando si voleva portare un termine di paragone, si citava la tenacia di chi leggeva il proprio quotidiano sino all'ultima pagina. Però si conosceva un mondo tutto conchiuso nelle pagine delle testate di un'emeroteca.

Oggi l'era del "web" ha capovolto questa idea. Niente finisce. Le informazioni girano continuamente, sono sempre le medesime eppure danno la sensazione che non abbiano mai a concludersi con una circolarità tale da impedire di mettere la parola fine a quello che già sappiamo. E così l'idea di ripetersi non è più un errore concettuale quanto piuttosto una necessità dei vari contenitori che continuano a macinare idee.

Claudio de Luca

Vastoweb.com Testata giornalistica

Reg. Tribunale di Larino N. 01/2009 del 9/01/2009 - Num. iscrizione ROC:30703

Direttore Responsabile: Federico Cosenza

Editore: MEDIACOMM srl
Via Martiri della Resistenza, 134 - 86039 TERMOLI(CB)
P.Iva 01785180702

© Vastoweb.com. 2024 - tutti i diritti riservati.

Realizzato da Studio Weblab

Navigazione