Attenti alla truffa: per 500 euro ne ricevi il triplo, ma se punti forte... ti puniscono!

Occhio! mer 16 gennaio 2019
Spalla di Claudio de Luca
3min
Lo schema Ponzi-Madoff ©freakingnews.com
Lo schema Ponzi-Madoff ©freakingnews.com

ABRUZZO. Le notizie raccontano che, nel Nord-Est, sono già stati in molti a finire come i pesciolini nella rete. La truffa del commendatore Giuffré ed il cosiddetto metodo Ponzi (quest’ultimo risalente al 1918) risultano ancora praticati, tanto più in un periodo in cui il piccolo ed il grande risparmiatore non si fida più degli istituti di crèdito (vedi i casi Carige, Mps, Etruria ed altri), e così finiscono nella panìa di presunte aziende finanziarie che sanno come spillare danaro fino all’ultimo centesimo. Quasi sempre invogliati “a provare” l’àlea dagli inviti di un amico fidato o, addirittura, spinti da un familiare che ha sottolineato i rilevanti guadagni, c’è chi tenta di conseguirne, prima investendo (prudentemente) cifre di poco conto, poi addirittura qualche centinaio di migliaia di euro.

Dapprincipio i soldi investiti ti ritornano indietro a dismisura; ma, quando la squadra di turlupinatori ritiene che il procedimento possa essere maturo, il danaro si volatilizza; ed il malcapitato se ne accorge soltanto al momento di incassare e proprio quando si sarebbe aspettato quei rendimenti così alti promessi. Tu pensavi ad un affare sicuro, avendo solo vagamente capito come funzionasse quel meccanismo che permetteva di moltiplicare i guadagni (operazioni sui cambi tra valute, su materie prime in azioni, sugli ìndici di Borsa e sulle criptovalùte …). Ma, quando finalmente (per gli imbroglioni!) hai investito forte (anziché pochi spiccioli, una carrettata di migliaia di euro), il mondo ti crolla addosso. Purtroppo in ognuno, specialmente tra chi abita in un piccolo centro, prevale la vergogna per essere stato gabbato malamente e tutti si tengono il cecio in bocca. Perciò cerchiamo di capire se si sia rivelato un buon ‘mercato’ per gli eredi del metodo Ponzi.

Chi c’è capitato racconta che il ‘lavoro’ è fatto di fino, con lo scopo di nascondere la stangata finale dietro i pannelli della più rassicurante serietà bancaria. Ti chiedono documenti personali e tutto quanto possa riuscire utile a documentare la residenza nello Stivale. Arrivano persino a farsi esibire le bollette dell’energia elettrica e del gas e le ricevute del cànone d’affitto. La trasparenza della gestione è totalizzante: ti mettono nella condizione di seguire minuto per minuto il tuo conto ‘on line’ ed il conseguente andamento dei guadagni. E le sorprese, nei primi tempi del rapporto, sono sempre gradite: avevi investito 500 euro e te ne vedi ritornare indietro addirittura 2.000. Volevi attingerne 1.000 dal capitale iniziale e la somma ti viene accreditata – puntualmente – a tua semplice richiesta.

Le voci (favorevoli) circolano nel giro degli amici e tra le famiglie, la cupidigia di danaro facile lievita ed i conti posti a deposito si moltiplicano perché non è facile pensare ad una truffa. E così, dopo le piccole cifre, tu hai cominciato ad accreditarne di ben più ingenti. Ed i truffatori decidono di passare all’incasso. E così alle tue richieste via filo non risponde più alcuno e tutti i numeri telefonici che avevi diventano improvvisamente muti. Dopo un po’ di mesi, quelli della stangata ci riprovano, occupandosi dei fondi provenienti da un’altra area geografica, segnalando nomi nuovi da condividere nel ‘carnet’ dei contatti e nascondendo la propria attività con l’ennesimo nome di fantasia di una Banca che, a Napoli, avrebbero chiamata ‘chella d’ ‘o sciùlio ‘ E, per i danni, non c’è Consob che tenga.

Il caso sopra descritto segue il noto schema-Ponzi che promette forti guadagni alle vittime a condizione che queste reclutino investitori che poi saranno – a loro volta – vittime della truffa, oggi praticata on line’. La tecnica risale a questo personaggio italiano, immigrato in America che, nel 1918 (fedele al motto che è proprio nell’orto dei parenti che si raccolgono i meloni), la diffuse all’interno della Comunità italiana. Nel 1918 raccolse 15 milioni di dollari. Quando, ben più tardi, fu sbugiardato da un quotidiano di Boston, fu condannato a 7 anni di carcere. Ciò nonostante il metodo guadagnò ulteriori imitatori: un tale (Bernard Madoff) pose in essere una truffa che gli fruttò ben 60 miliardi di dollari. Fu scoperto solo nel 2008 e condannato a 150 anni di detenzione.

Claudio de Luca

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