La fiction su Enrico Piaggio esalta l'invenzione della Vespa di Corradino D'Ascanio

Alle origini ven 15 novembre 2019
Spalla di Claudio de Luca
3min
Una foto simbolo della fiction di Rai Uno ©https://www.donnaglamour.it/
Una foto simbolo della fiction di Rai Uno ©https://www.donnaglamour.it/

MONTENERO DI BISACCIA. La ‘fiction’ trasmessa dalla Tv sulla ‘Piaggio’ e sulla nascita della ‘Vespa’ ha fatto registrare un forte interesse di pubblico. Chi scrive intende ricordare che l’invenzione in questione vanta una matrice locale perché nata in tempi in cui l’Abruzzo ed il Molise veleggiavano all’unìsono. Quando formavano una sola regione, quei due popoli erano “fratelli”; perciò, sia pure in senso lato, è possibile scrivere che l’ “invenzione” del noto “scooter” è anche nostrana, tanto più che il suo inventore Corradino D’Ascanio ha un cognome ben noto nel Montenerese; e che, per ciò stesso, un parente comune all’origine doveva esserci.

Questo veicolo è stato imitato persino dai Cinesi. Anzi, a tale proposito, piace ricordare che – anni or sono - il Tribunale di Torino ebbe a dichiarare la piena validità del marchio tridimensionale della ‘Vespa’, riconoscendo il carattere creativo ed il valore artistico della forma che l’ha caratterizzata fin dalla sua prima produzione risalente al 1946. La sentenza giunse alla conclusione di una vicenda iniziata nel 2013, quando in concomitanza con l'apertura al pubblico del Salone milanese delle due ruote ‘Eicma’, la Guardia di Finanza sequestrò 11 scooter esposti, appartenenti a sette Aziende differenti. Non c’era dubbio: quelle forme costituivano una patente imitazione di Vespa. Le Fiamme gialle procedettero al sequestro dopo di avere rilevato che quei prodotti violavano il diritto di esclusiva del Gruppo Piaggio costituito dal cosiddetto "marchio tridimensionale" a suo tempo registrato e posto a protezione della forma distintiva di Vespa. Un titolo che rappresenta un fondamentale elemento di difesa delle linee uniche e caratterizzanti del veicolo italiano, e che è il più completo strumento di tutela dell'iconica forma di questo prodotto globale.

Una delle società coinvolte nel sequestro, la cinese Taizhou Zhongneng, ha citato a sua volta Piaggio davanti al Tribunale di Torino, richiedendo l'annullamento del marchio costituito dalla forma tridimensionale dello scooter nonché una pronuncia che escludesse la configurabilità della contraffazione del marchio stesso rispetto allo scooter "Ves" (pensa un po’ tu che originalità!) sequestrato all'EICMA, ma la sentenza di allora fece rigettare le richieste e mettere fine alla diatrìba. Sin qui la cronaca.

Tornando a noi, Corradino D’Ascanio nacque nel 1891 a Popoli. Nel 1914 si laureò, in ingegneria, al “Politecnico” di Torino. Solo più tardi conseguirà un’incredibile notorietà con l’invenzione della “Vespa”, commissionatagli dalla “Piaggio” di Pontedera per risollevarsi dopo le rovine causate dalla Grande Guerra. “A me la ‘Vespa’ mi ha punto!”, dirà sempre a chi gli avesse chiesto perché mai si mostrasse così poco grato ad un successo fattosi tanto grande. Il fatto era che, se quello “scooter” non fosse andato così bene, la “Piaggio” non avrebbe messo da parte i progetti ben più alati posti in cantiere.

L’inventore abruzzese-molisano muore nel 1981, quando aveva 90 anni. Il telaio della “Vespa” (1946) era veramente rivoluzionario. Quel veicolo aveva una vita sottile; ma, ciò nonostante, permetteva a due persone di occupare il sellino. Avrebbero potuto farlo, comodamente, “persino le donne ed i preti”. Il motore era lontano dalle caviglie ed era stato coperto, cosicché i passeggeri non avrebbero mai potuto sporcarsi in alcun modo i pantaloni, le gonne o le tonache di olio. A battezzarla fu lo stesso Enrico Piaggio che le impose quel nome dopo che gli erano stati sottoposti i primi esemplari. Vedendo il veicolo, una domanda gli era venuta subito alle labbra:"Ma come farà a reggere due persone con quel vitino di vespa?”. Solamente a partire dal 1947 lo “scooter” decollò; al punto che, per soddisfare le richieste che pervenivano da tutto il mondo, l’Azienda dovette costruire nuovi stabilimenti in ben tredici Paesi. Sono 18 milioni gli esemplari venduti nell’orbe terracqueo dal 1946 ad oggi e 140 le versioni che si sono succedute nel tempo.

Claudio de Luca

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