Sospensione dei versamenti delle imposte: tutti i Comuni stanno rischiando

Milleproroghe lun 27 gennaio 2020
Spalla di Claudio de Luca
3min
Imposte comunali ©blog.simimmobiliare.it
Imposte comunali ©blog.simimmobiliare.it

ABRUZZO. All'Anci, l'Associazione dei Comuni italiani, se ne sono accorti subito. Poi sono intervenuti i ‘cervelloni’ dell'Ifel (l'Istituto per la finanza locale), sottolineando che – venuto meno il termine di decorrenza – ne sarebbe determinata una ‘vacatio’ normativa. La compagine governativa, capitanata dal Presidente Conte, ci ha pensato un po' su; poi – per distrazione (capita!) - la correzione non viene inserita manco nel ‘Milleproroghe’, che sarebbe stato il luogo più giusto a ricevere l’input. Cosa potrà mai accadere? Nessuno ne ‘morirà’, ma - in linea di teoria - gli operatori soggetti passivi potrebbero sospendere i versamenti alla luce della ‘soppressione’ dei termini delle imposte.

‘Dulcis in fundo’, solo alla morte non c’è rimedio; ed ecco che i funzionari di Governo, assicurano che l'emendamento riuscirà comunque a giungere in porto in tempo utile per evitare i danni paventati, fortemente dannosi per i Comuni. Riepilogando, gli esperti di cose economiche (e solo loro!) se ne sono accorti; ma, come si vedrà, non si è fatto in tempo a rimediare alle colpe dei politici e dei burocrati. Di cosa parliamo? Per farla semplice, i funzionari del Dipartimento Affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi hanno commesso un errore. L'art. 97, che al c. 32, prevedeva l'abrogazione: 1) dell'imposta comunale sulla pubblicità e diritto sulle pubbliche affissioni; 2) della tassa per l'occupazione di spazi e di aree pubbliche; 3) del canone per l'installazione di mezzi pubblicitari; 4) del canone per l'occupazione di spazi e aree pubbliche, in sede di riformulazione, è diventato il c. 847 del nuovo art. 1, ma senza recare una decorrenza.

La conseguenza è che entra in vigore subito e non nel 2021. Per ciò stesso il comma, così riscritto, elimina automaticamente - dal 1° gennaio di quest'anno - imposte che assicuravano alle casse comunali un gettito non inferiore a 2 miliardi di euro. Gli unici ad accorgersene sono stati i funzionari della Camera dei deputati, dove però il provvedimento era arrivato ‘blindato’. La correzione tecnica sarebbe stata relativamente semplice, ma il testo della legge approvata era stato già trasmesso dalla seconda carica dello Stato Elisabetta Alberti Casellati al Presidente della Camera Roberto Fico con il carattere dell’intangibilità. Il tempo incalza, ed il Governo vuole approvare il testo così com'è. Ci si limita, allora, ad assicurare una correzione per il tràmite del decreto “Milleproroghe”, che sarà approvato dal Governo quella sera stessa. Ma qui accade che la norma di rettifica non venga inserita manco stavolta, con la conseguenza che - dal 1° gennaio - le imposte non ci sono più. Tutto ciò premesso, vediamo di definire ulteriormente i capi del problema.

La legge di bilancio per l’anno corrente aveva stabilito una delega per la riforma dei tributi locali da attuare a decorrere dal 2021. Si tratta della discussa ‘local-tax’ che accorpa una serie di voci a favore dei Comuni. Il disegno di legge aveva inserito questa norma all'art. 97; e, nel c. 1, si prevedeva la succitata formula di decorrenza che si applicava a tutte le disposizioni di legge. Nel dibattito a Palazzo Madama il Governo, al fine di accelerare l'iter e di porre la questione di fiducia, decide di presentare un maxi-emendamento (composto da 884 commi) che sostituisce gran parte dell'articolato disegnato.

Fermiamoci un attimo, ma solo per consentire di farci la croce. E’ mai possibile che ci si debba sempre stupire per cose che accadono proprio laddove non dovrebbero mai verificarsi, dal momento che non abbiamo a che fare col comunello di qualche migliaio di abitanti ma con un complesso burocratico (lo Stato) che può contare su locupletati dirigenti? Eppure è successo che tributi locali (per oltre 2 miliardi di gettito) sono risultati soppressi a far tempo dal 1° gennaio appena trascorso a causa di un errore a cui il Governo ora dovrà affannarsi per rimediare. Questo al vertice. Ma viene da chiedersi: quanti Sindaci se ne sono accorti? E questo mentre la prima rata dei versamenti delle imposte decorre dal 31 gennaio e gli operatori potrebbero sospendere i pagamenti, lasciando a secco le casse comunali.

Claudio de Luca

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