Quando l’autoveicolo ha due proprietari

lun 17 maggio 2021
Veicoli al crocevia di La Redazione
3min
Quando l’autoveicolo ha due proprietari ©Newsauto.it
Quando l’autoveicolo ha due proprietari ©Newsauto.it

Cointestare un'auto a due persone è possibile. La prima cosa da fare è valutare quali siano i vantaggi e quali gli svantaggi. perché gli uni possono superare gli altri. Per il resto, concretare una comproprietà è una pratica semplice. Cointestarsi un veicolo vuol dire comprarlo insieme ad un’altra persona, che sia parente o no, che siano in regime di convivenza o meno. Per ciò stesso chiunque lo voglia può comprare ed intestarsi un veicolo insieme ad un’altra persona. E’ sufficiente che entrambi siano presenti al momento delle procedure di vendita, accompagnati da documenti validi, per procedere alla sottoscrizione del contratto d'acquisto. Naturalmente è possibile sia cointestare un'auto nuova di zecca che una usata. Al momento del passaggio di proprietà verrà specificato che il nuovo proprietario non è uno ma che si tratta di due perone. Un veicolo è un bene e come tale ha almeno un possessore.

Nel caso che quest’ultimo dovesse morire, l'auto entrerebbe a far parte dell'eredità; e, sul valore del bene, gli eredi dovrebbero pagare l’imposta di successione. Però, nel caso di morte di uno dei cointestatari di un'auto con due proprietari, il secondo cointestatario non andrebbe a pagare la tassa di successione sulla sua quota (in questo caso il 50% del valore dell'auto). Se per piccole auto economiche la differenza è minima, per auto di lusso l’importo lieviterebbe di conseguenza. Nel caso l’auto venisse sottoposta alle cosiddette "ganasce fiscali" (il fermo amministrativo per il mancato pagamento di un debito di natura fiscale, sanzioni pecuniarie incluse), la cointestazione fa cambiare le cose perché - secondo numerose sentenze - in questo caso non sarebbe possibile procedere al fermo amministrativo dell'auto cointestata, poiché un provvedimento del genere danneggerebbe anche il secondo proprietario che, a differenza del primo, non è debitore di alcunché nei confronti dello Stato.

La legge prevede che, in caso di nucleo familiare con componenti che abbiano tutti la stessa residenza (il classico caso dei genitori con figli neopatentati), questi ultimi possono sfruttare la classe di merito più vantaggiosa (che, di solito, è quella di uno dei genitori, al netto di eventuali incidenti recenti). Nella sostanza, la residenza sotto lo stesso tetto, che deve essere ufficiale, è la chiave per ottenere il vantaggio succitato. Tuttavia, in caso di auto cointestata, molto probabilmente la Compagnia assicurativa non prenderà atto della comproprietà; e, se il cointestatario è un figlio o comunque qualcuno con una classe peggiore della vostra, è quasi certo che il premio assicurativo da pagare salirà.

Quindi non è affatto detto che cointestare una vettura consenta di fare dei risparmi sulla polizza, tranne che in un caso: un figlio potrà ereditare la classe rca più vantaggiosa anche se, successivamente, abbia cambiato residenza. Ma solo se il padre vi rinuncia. E non solo: questo beneficio varrebbe solo sull'auto cointestata. Cosicché, se il figlio acquistasse una seconda vettura, non potrebbe fruire della stessa classe di merito per la seconda auto. E’ il caso di sottolineare quali possano essere gli svantaggi di una cointestazione. Il primo è che non siamo proprietari del 100% della vettura, ma solo della metà. Il che vuol dire, ad esempio, che, se volessimo rottamarla per usufruire di eventuali incentivi, servirà la firma anche del secondo proprietario. Se l'auto fosse cointestata a due amici o conoscenti (e uno dei due morisse), la sua metà andrebbe agli eredi ed il cointestatario ancora in vita potrebbe non trovarsi d'accordo con essi sul futuro dell'auto. Magari un giorno vorrà venderla, ma gli eredi non vorranno venirgli incontro a manco accettare di comprare il 50% in suo possesso. ‘Dulcis in fundo’, non è possibile vendere un'auto cointestata senza il consenso del cointestatario mentre è possibile al massimo alienare la propria quota.

Claudio de Luca

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