​Il guaio di vedersi rubare un veicolo

lun 11 marzo 2019
Veicoli al crocevia di Claudio de Luca
3min
Furto d'auto sventato dalla Polizia autostradale ©Polizia dell'A14
Furto d'auto sventato dalla Polizia autostradale ©Polizia dell'A14

Ho la testimonianza di un amico. Si tratta di uno serio che non direbbe una balla manco se lo picchiassero in testa; figurarsi se poi verrebbe a farlo per questioni del genere. Gli avevano fatto fuori, per l’ennesima volta, lo stemma della stella posta sul cofano della sua Mercedes. Voleva sapere se – per caso – io conoscessi un ladro vero. Intendeva chiedergli se era disposto a rubarne uno al posto suo. Non era la prima volta che qualcuno mi chiedeva se conoscessi ‘personaggi di questo genere. Difatti, in precedenza un altro amico s’era rivolto a me dopo di avere subito il furto di tre automobili e di quattro ciclomotori. Il lettore dirà che a tutto c’è rimedio; ma, in casi come questi, pare che la panacèa possa essere proprio quella della ‘prossimità’ di un ladro perché in questo nostro sventurato Paese parrebbe essere più opportuno arrangiarsi che avere a che fare con l'ottusità burocratica e procedurale in cui il legislatore ci ha impaludati.

A tale proposito, voglio ricordare a me stesso che un altro amico, pur avendo denunciato metodicamente i vari furti patiti, ad ogni scadenza veniva puntualmente tempestato da richieste di pagamento per la tassa di proprietà dell'ultima autovettura, magari involatasi tanti anni prima. Cosicché, ogni volta, doveva affrontare una curiosa ‘via Crucis’, costretto com’era a districarsi tra l’Agenzia delle entrate e tra quelle che disbrigavano pratiche automobilistiche e commerciali. Solo da buon ultimo qualcuno ebbe a segnalarmi la specificità dell’ex-Ufficio del registro dove, cortesemente, un’anima buona ritenne che mi si potessero annullare le ultime due richieste di ‘bollo’ mentre, per le altre, dovevo recarmi alla Regione perché, in quella sede, risultava un fermo amministrativo risalente ad altri anni su di un automezzo che circolava – senza di essere mai finito nei rigori della legge. E la Regione, che ignorava le mie disavventure, pretendeva dei crèditi sicuramente relativi a qualcosa che doveva essermi stato rubato ma di cui manco io ricordavo più alcunché.

Quale morale’ ricavare da queste vicende? Il fatto che, se qualcuno ci ‘libera’ di un mezzo di locomozione (quale che sia), né la Polizia né i Carabinieri né le altre Forze dell’ordine si premurano di mettersi in contatto con gli uffici coinvolti nelle pratiche burocratiche ed amministrative connesse. Perché, chiederete voi? E’ semplice: perché incombe sul derubato l’obbligo di redigere e di indirizzare a chi di dovere una cosa che si chiama “comunicazione di perdita di possesso”. Purtroppo non tutti sono addentro a queste cose, oppure addirittura – pur sapendo - non producono nella speranza che l'oggetto del furto possa venire recuperato. Perciò a che pro rendere una dichiarazione del genere? Purtroppo, a chi si comporta così, mal gliene incolse dal momento che, anche alle autovetture rubate, si fanno le ‘multe’; e questo può succedere reiteratamente e addirittura per anni. In sostanza, se il tuo ladro è un tipo poco disciplinato, i guai finiscono su di te; a meno che tu non abbia la fortuna che il ciclomotore che ti abbiano fatto sparire non venga fermato con la solita ragazzina a bordo che l’aveva comprato senza sapere che, a venderglielo, era stato un Barabba.

Almeno, se finisce in mano alla Polizia locale, il maltolto arriverà in una Depositeria comunale che ti avverte - formalmente - che il ‘motorino’ è stato rinvenuto. Ma persino in questo caso devi essere veloce; perché, se sei lento, rischi che te l’abbia già rivenduto il Comune dal momento che il legittimo proprietario – non avendo ricevuto notizia del ritrovamento – non ha mai riferito d’essere lui il legittimo proprietario.

Storie di contorta burocrazia, direte voi; sì, ma che rischiano di diventare il terreno di coltura di innumerevoli truffe. Purtroppo chi vi sia rimasto invischiato deve affrontare un sorta di «gioco dell'oca», in cui ogni casella segnala la solitaria e preminente importanza del tale o del talaltro ente. Il tutto sempre nell’attesa che si verifichi finalmente quella «sburocratizzazione» che tutti promettono ma che nessuno si azzarda a mettere nero su bianco.

Claudio de Luca

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