​La prudenza degli automobilisti deve essere massima nelle intersezioni

lun 16 dicembre 2019
Veicoli al crocevia di La Redazione
2min
​La prudenza degli automobilisti deve essere massima nelle intersezioni ©Wikipedia
​La prudenza degli automobilisti deve essere massima nelle intersezioni ©Wikipedia

Immaginiamo che il conducente di un’autovettura, resosi coprotagonista di un sinistro stradale in una intersezione, si sia opposto - con ricorso - avverso il verbale di accertamento di cui era stato reso destinatario, sulla scorta dei seguenti rilievi: 1) non aveva violato l’art. 145, cc. 1 e 10, Cds., contestato, perché aveva usato ogni prudenza nell’approssimarsi all’incrocio, divenuto teatro dell’incidente; 2) la responsabilità, attribuita pure a parte ricorrente, sarebbe stata dunque ascrivibile unicamente all’altro automobilista, che aveva provocato l’incidente per non avere doverosamente rispettato il segnale di Stop che gli intimava di fermarsi sulla linea bianca. Per questi motivi, il ricorrente aveva rivolto istanza all’Autorità amministrativa per ottenere l’archiviazione del verbale. Con riferimento ai contenuti di un ricorso così impostato, è da ritenere che il fatto fosse potuto concretarsi perché anche l’autore della condotta sopra descritta era stato negligente, non avendo osservato tutta la debita prudenza nell’approssimarsi ad un incrocio pericoloso. Vediamo perché.

L’art. 145 succitato rinnova, in buona parte, i contenuti dell’art. 105 del Codice abrogato. Cosicché, accanto a novità di rilievo, il testo riafferma l’obbligo della massima prudenza per tutti i conducenti che si siano approssimati ad una intersezione, seppure circolanti su di una strada “favorita”. Ciò peraltro in linea con la costante giurisprudenza della 3^ e 4^ sez. della Cassazione penale secondo cui: a) il diritto di precedenza al crocevia non fa venire meno per il conducente favorito l’obbligo di osservanza della prudenza generica e del dovere specifico di mantenere una velocità particolarmente moderata. Una situazione che ostacoli il tempestivo avvistamento di veicoli che provengono all’incrocio non potrà mai esonerare i conducenti dal rispetto delle norme sulla cessione della precedenza. b) Il conducente, che si approssimi ad un crocevia, deve usare la massima prudenza al fine di evitare ogni incidente ed è tenuto ad ispezionare la strada pure nell’eventualità che un altro conducente - proveniente da località con intimazione di Stop - non rispetti i suoi doveri di velocità e di prudenza. c) Nell’ipotesi di collisione in un crocevia il problema della responsabilità non può essere risolto con il criterio automatico della precedenza di diritto, bensì accertando se – nella produzione dell’evento – abbia avuto efficacia causale anche l’inosservanza, da parte del conducente libero da dettami segnaletici, dell’obbligo di osservare la massima prudenza. d) Nel caso di scontro di veicoli, la responsabilità del conducente che abbia violato l’obbligo di dare la precedenza al veicolo favorito non rimane esclusa dal fatto che il conducente di quest’ultimo non abbia - a sua volta - osservato le norme della circolazione e quelle di comune prudenza. e) Il conducente che si approssimi ad un incrocio segnalato ha l’obbligo di moderare particolarmente la velocità, anche quando si tratti di strada con diritto di precedenza che si intersechi con altra su cui sia presente il segnale di Stop.

Insomma, nei casi in esame, ad un conducente che non abbia rispettato l’intimazione di fermarsi sulla riga bianca, ne è corrisposto un altro che ha violato l’obbligo generico di usare la massima prudenza, approssimandosi all’intersezione. Come si è visto, detto obbligo permane - secondo la giurisprudenza - anche in capo al conducente del veicolo proveniente dalla strada con diritto di precedenza, né tale diritto avrebbe potuto esonerare il ricorrente dall’obbligo di tenere una velocità particolarmente moderata. In sostanza, l’obbligo di prudenza dettato in via generale sussiste a carico di chiunque si approssimi ad un crocevia, indipendentemente dalla situazione di precedenza. Per ciò stesso, anche chi sia favorito dal diritto di precedenza, è tenuto a moderare la propria velocità.

Claudio de Luca

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