Chicche dal Codice della strada

lun 07 settembre 2020
Veicoli al crocevia di Claudio de Luca
3min
Chicche dal Codice della strada ©Termolionline.it
Chicche dal Codice della strada ©Termolionline.it

Il Codice della strada conta duecentoquaranta articoli ed è accompagnato da un Regolamento di esecuzione che ne ha quattrocento ed otto, per non parlare di alcune varie appendìci. Tante di queste norme non concernono gli automobilisti, ma si riferiscono agli automezzi pesanti, alle Forze dell’ordine ed agli Uffici pubblici in cui si gestisce la burocrazia applicata a questo genere di violazioni.

Ne consegue che quelle che occorre conoscere sono le sole norme di comportamento fondamentali che peraltro – nel corso degli anni – hanno patito modifiche, rendendo di conseguenza i relativi obblighi persino più complicati. Cominciamo, allora, dai poteri degli Agenti, precisando chi sia legittimato a sanzionare e quando. I cartelli di preavviso di controllo della velocità hanno sempre ingannato tanti conducenti. Sono stati installati lungo le strade sin dalla metà degli Anni Ottanta e, da allora, sono in tanti coloro che credono che, in carenza di tali pannelli, non si possano effettuare controlli.

Purtroppo ciò non è vero perché essi non sono richiesti da alcuna norma. Dall’ottobre del 2002 è solo obbligatorio informare (ma non necessariamente con una cartellonistica) che si sta percorrendo un tratto su cui sono predisposte verifiche senza contestazione immediata delle infrazioni. Un altro aspetto su cui gli Italiani spesso cadono in errore riguarda i soggetti legittimati all’utilizzo dei rilevatori di velocità.

Non è vero che ad esserne dotati sia soltanto la Polizia stradale e tanti Corpi e Servizi di Polizia locale dal momento che, in effetti, possono essere utilizzati anche dai Carabinieri e dall’Anas, con sanzioni valide in forza dell’articolo 12 del Codice della strada ove si prevede che tutte le infrazioni possono essere accertate da tutte le specialità della Polizia di Stato, dai militi dell’Arma, dalla Guardia di Finanza, dalla Polizia locale, dai funzionari del Ministero dell’Interno (purché addetti al servizio di polizia stradale), da tutti i rimanenti ufficiali di polizia giudiziaria (per esempio quelli appartenenti alla Polizia provinciale, a quella penitenziaria, ai carabinieri forestali). Infine, può accertare violazioni il personale di alcuni enti che abbia superato un apposito esame di abilitazione.

Tra costoro, quelli del Ministero delle infrastrutture, quelli dell’Azienda nazionale strade, delle Regioni, quelli di Ferrovieitaliane (per le sole infrazioni concernenti i passaggi a livello), le Circoscrizioni aeroportuali e le Capitanerie di porto (per gli illeciti accertati nei porti e negli aeroporti). Infine, i cantonieri. Tocchiamo un altro argomento, pur esso tanto discusso: quello delle monetine, per cui assicuriamo che – se siano più di 50 – non possono essere versate. Di solito chi è convinto di avere subito un accertamento ingiusto, ritenendo oneroso un ricorso, protesta pagando l’importo della sanzione interamente in monetine. Purtroppo la legge non consente tale forma di comportamento. In materia vige una regola imposta dal Regolamento n. 974 del 1998 del Consiglio europeo.

Dunque non da una delle tante vessatorie norme italiane ma addirittura dalla disciplina con cui è stata lanciata l’introduzione dell’euro nel continente. Il comma 15 del paragrafo 3 è oltremodo chiaro: sono validi solo i pagamenti effettuati con un massimo di cinquanta monete metalliche. Per questo motivo sarà possibile pagare usando le monetine solo per violazioni di importo fino a 65 euro. Infatti la moneta che ha il valore massimo è quella da 2 euro che, moltiplicata per i 50 pezzi ammessi dal Regolamento danno 100 euro. Tra quelle previste dal Codice della strada, quella pari a 65 è la più alta entro il limite dei 100. Un’altra chicca: passare col giallo è vietato esattamente come col rosso e l’importo della sanzione è la medesima. Può transitare col giallo solo chi non riesca ad arrestarsi in tempo utile. Ma proprio sul concetto di ‘tempo utile’ agenti ed automobilisti non vanno d’accordo.

Perciò chi abbia deciso di ricorrere dovrà avere almeno qualche testimone a favore. Per evitare dubbi, i rilevatori fotografici di passaggi vietati installati su alcuni semafori si attivano solo quando la luce è rossa. Ma rimane in piedi ancora un dubbio: quello per cui un veicolo sia passato col rosso per dare strada ad un mezzo di soccorso. Purtroppo questi apparecchi sono stati omologati sin dal 1986 e, per conseguenza, non è facile smentirli, manco dinanzi ad un Giudice. ‘Dulcis in fundo’, l’obbligo di accendere di giorno gli anabbaglianti sulle autostrade e sulle strade extraurbane principali ha convinto molti automobilisti ad accendere i fari anche sulla viabilità ordinaria. Ma alcuni di loro sono stati sanzionati per uso improprio delle luci. Naturalmente un accertamento del genere non ha alcuna legittimazione. Lo ha stabilito una circolare del Ministero dell’interno.

Claudio de Luca

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