Jack Sintini: "Ho lasciato il volley in maniera traumatica per via del cancro, ma poi sono tornato"

LA STORIA gio 13 febbraio 2020

Vasto L' ex pallavolista: "Ai malati oncologici dico di non mollare e di tenere duro perché si stanno facendo passi da giganti nella ricerca"

Volley di Federico Cosenza
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Jack Sintini ©Vastoweb
Jack Sintini ©Vastoweb

VASTO. Giacomo Sintini, soprannominato Jack è un ex pallavolista italiano che ha sconfitto il cancro. La sua è una storia di forza e coraggio.

Nel 2011 scopre di avere un linfoma diffuso a grandi cellule B, lo supera e dopo un anno di terapie torna a giocare prima con la maglia del Trentino Volley e poi fino al 2015 con la Callipo Sport.

Il classe 1979 ha militato in diverse squadre di serie A oltre quelle su citate come Ravenna, Forlì, Perugia, Lube e Treviso. Il suo è un palmares di tutto rispetto con 2 Campionati Italiani vinti, 1 Coppe Italia, 1 Supercoppa Italiana, 1 Coppa Italia di A2, un campionato mondiale per Club e 2 Coppe Cev. Con la maglia azzurra inoltre ha vinto un oro ai Campionati Europei di Italia-Serbia e Montenegro e un bronzo in Giappone nel 2005.

Ora si occupa di formazione motivazionale nelle scuole e nelle aziende e noi lo abbiamo incontrato nella nostra città in occasione di un incontro promosso a Palazzo d'Avalos da Confindustria Chieti Pescara (Leggi).

Jack ci ha raccontato così la sua storia: "Il mio percorso è stato molto complicato dal punto di vista della guarigione, però dopo che ho avuto la fortuna di stare bene ho chiuso la mia carriera da pallavolista ed adesso ho questa grande opportunità di poter portare l'esperienza dello sport in azienda. Si tratta di un qualcosa che è servito tantissimo anche a me in ospedale quando ero malato. La mia famiglia mi ha dato una grande mano, la fede, poi le persone come medici, pazienti e volontari che mi hanno aiutato a gestire al meglio le mie risorse finalizzate all'obiettivo della guarigione. E' una situazione davvero estrema, con tante variabili che non dipendono solo da te e chiaramente ci vuole anche un pizzico di fortuna. Ho lasciato lo sport in maniera traumatica quando ho scoperto la malattia, è stato difficile da mandare giù. Una volta guarito sono riuscito a tornare a giocare ad alto livello grazie al mio impegno, ma anche ad una grande squadra come Trento che mi ha dato la possibilità di farlo. Ai malati oncologici dico di non mollare e di tenere duro perché si stanno facendo passi da giganti in avanti riguardo la ricerca medica. Bisogna pensare un giorno alla volta e circondarsi di persone di valore che possano aiutarle ad attraversare un momento così difficile dal punto di vista fisico e mentale."

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