Abruzzo terra di vino: al Bosco di Don Venanzio il convegno sulla viticoltura storica italiana

presentazione lun 20 agosto 2018

Vasto L'evento inserito all'interno della finale nazionale del Prodotto Topico

Cultura e Società di Sara Del Vecchio
3min
Presentazione del libro "La viticoltura storica in Italia" ©Vastoweb
Presentazione del libro "La viticoltura storica in Italia" ©Vastoweb

POLLUTRI. "La viticoltura storica in Italia", è questo il libro che è stato presentato ieri pomeriggio presso la Riserva "Bosco di Don Venanzio" alla presenza di illustri ospiti. L'appuntamento culturale è stato inserito all'interno della finale nazionale del Prodotto Topico che nella serata di ieri ha coinvolto circa 55 stand da tutta Italia.

Fra i presenti seduti al tavolo dei relatori l'europarlamentare Daniela Aiuto, Dino Mastrocola Rettore dell'Università di Teramo, Mario Pellegrini direttore della Riserva "Bosco di Don Venanzio" e autore di alcuni contributi contenuti nel testo insieme a Luciano Di Martino del Parco Nazionale della Majella, Aurelio Manzi Etnobotanico, a Giuliano Di Menna della Cooperativa Sagrus e a Sergio Guidi, quest'ultimo non presente all'evento. I saluti istituzionali sono stati affidati al sindaco di Pollutri Antonio Di Pietro, a Bruno Celupica Dirigente della Regione Abruzzo per il settore Aree Protette e a Raimondo Pascale, Dirigente della Regione Abruzzo per il settore Dipartimento Salute e Presidente di giuria del Prodotto Topico.

Il libro presentato è un lavoro frutto di anni di ricerche sulle trasformazioni subite dai vigneti in alcune regioni italiane sin dalla preistoria. Regioni come l'Abruzzo, il Molise o la Calabria che troppo spesso dal punto di vista della produzione enologica sembrano passare in secondo piano rispetto a regioni che hanno saputo sfruttare in tempi diversi i prodotti offerti dalla terra. Un testo quindi che vuol rimarcare la grande presenza vitivinicola su questi territori alla quale però corrisponde una ancora ancora troppo scarsa consapevolezza. "In Europa il nostro Made in Italy non è visto di buon occhio - ha detto la parlamentare Daniela Aiuto - si cerca di puntare alla standardizzazione dei prodotti, ma noi siamo forti e andiamo fieri delle specificità enogastronomiche che ci contraddistinguono e che vengono apprezzate da chiunque visiti la nostra terra per la prima volta".

Nel testo inoltre si racconta anche l'avvio di un progetto ambizioso, quello di realizzare nella Riserva "Bosco di Don Venanzio" il Vigneto Italico. Progetto nato dalla collaborazione fra l'Associazione Patriarchi della Natura, la Cooperativa Sagrus e il Parco Nazionale della Majella, con il supporto della cantina Citra di Ortona, a seguito della reintroduzione di alcune viti selvatiche nella suddetta Riserva. Questi esemplari sono stati individuati nella vicina "Lecceta" di Torino di Sangro e successivamente impiantati nel territorio protetto pollutrese.

"Un progetto che un domani potrà condurre alla realizzazione di un luogo di fruizione turistica, aperto anche agli studenti e nel quale sarà possibile osservare numerosi esemplari di vitigni antichi" - ha spiegato Mario Pellegrini.

"E' importante spostare l'attenzione anche sulla biodiversità vegetale che spesso passa in secondo piano rispetto a quella animale" - ha detto Luciano Di Martino.

Dalla Regione intanto, fa sapere il dirigente Bruno Celupica, si farà il possibile per promuovere ancor più attraverso legislazioni apposite la tutela delle aree protette, ma sarebbe auspicabile, replicano gli studiosi, che venissero anche stanziati finanziamenti che possano sostenere la ricerca.

Aurelio Manzi invece nel giro di pochi minuti ha portato alla luce una panoramica storica incredibile sulla preistoria della produzione vitivinicola e sulle origini e gli sviluppi della viticoltura montana.

"Non si può tutelare ciò che non si conosce" - ha ribadito in conclusione Giuliano Di Menna, sottolineando l'importanza della ricerca vera, quella sul campo, quella che richiede sacrifici e passione. Della passione che muove lo studio ha parlato anche il rettore Dino Mastrocola, che lavorando quotidianamente a contatto con docenti e studenti ben conosce le difficoltà dovute alla carenza di fondi.

Raimondo Pascale e Orazio Di Stefano hanno rimarcato il forte legame che esiste fra l'enogastronomia e il territorio, un legame da riscoprire e valorizzare. Il sindaco di Pollutri Antonio Di Pietro si è detto ancora una volta orgoglioso di amministrare un Comune che vanta un paesaggio in cui la coltivazione della vite rappresenta l'attività dominante. L'auspicio condiviso dai presenti dunque è che possa crescere la consapevolezza della biodiversità presente sul nostro territorio e che ciascuno mettendoci del proprio possa contribuire alla sua conservazione.

L'incontro è stato moderato da Sara Del Vecchio.

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