Rigopiano, madre vittima: "Lotto per avere giustizia"

L'ANNIVERSARIO lun 18 gennaio 2021
Attualità di La Redazione
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Vastoweb ©Fiaccolata e 29 palloncini al cielo per ricordare gli angeli di Rigopiano
Vastoweb ©Fiaccolata e 29 palloncini al cielo per ricordare gli angeli di Rigopiano

RIGOPIANO. "Questi momenti sono tragici, io comunque cerco di andare avanti, voglio lottare fino alla fine per avere giustizia, sempre lo farò, non mi mancherà mai la forza di andare avanti e il Signore mi assista". A dirlo a Chieti durante una cerimonia di commemorazione è Loredana Lazzari, madre di Dino Di Michelangelo, il poliziotto morto con la moglie Marina Serraiocco sotto le macerie dell'hotel Rigopiano, che quattro anni fa venne travolto da una valanga seppellendo 29 persone; una tragedia che fra i superstiti vede il figlio della coppia, Samuel.

Anche per il fratello del poliziotto, Alessandro, la giornata di oggi è un momento triste di commemorazione. "Ogni anno per noi il 18 gennaio è una piaga che si riapre - spiega - si riapre condivisa perché anche l'affetto delle persone che ci vogliono bene oggi lo dimostra. È una piaga che ci portiamo 365 giorni all'anno, sempre, è sempre viva perché viviamo del ricordo di Dino, mio fratello, io lo vivo personalmente anche tutti i giorni a lavoro, perché Dino era un mio collega e quindi per me è sempre presente".

Questa mattina Alessandro Di Michelangelo e la madre Loredana Lazzari hanno partecipato alle cerimonia svoltasi a Chieti dinanzi al monumento che ricorda le vittime di Rigopiano, presenti il sindaco Diego Ferrara che ha portato una composizione di rose, il prefetto Armando Forgione, il questore Annino Gargano, il comandante provinciale dei carabinieri Alceo Greco, l'arcivescovo di Chieti Vasto Bruno Forte, una rappresentanza dei Vigili del Fuoco, mentre una composizione di fiori è arrivata dai colleghi di Dino Di Michelangelo dal Commissariato di Osimo.

"La mia riflessione è la speranza, tutto quello che mi dà la forza di avere fiducia nella giustizia - he detto ancora Di Michelangelo - fiducia che cerco di infondere anche a mia madre tutti i giorni, affinché anche lei possa sentirsi più serena, per avere più speranza nel suo cuore per la battaglia per la verità perché solo quello noi cerchiamo, la verità".

"Quella valanga, quattro anni fa - ha detto il sindaco di Chieti Diego Ferrara- non ha sommerso solo e distrutto l'albergo e 29 vite di persone soprattutto giovani, ma ha travalicato e compressa anche la nostra coscienza di cittadini, di tutti i cittadini e di tutti italiani, consapevoli che le istituzioni devono fare il loro dovere. È passato troppo tempo dall'inizio del processo e giustamente i familiari vogliono giustizia ma la vogliamo tutti noi per ognuno delle proprie responsabilità. Certo è una cosa che non si cancella e non si cancellerà, noi stiamo accanto a questa famiglia e a tutte le famiglie"

"Abbiamo visto quello che è accaduto negli ultimi giorni a Viareggio (la Cassazione che ha prescritto gli omicidi colposi per le 32 vittime del disastro ferroviario, ndr) e il nostro timore è proprio quello. Quanto accaduto a Viareggio qualche giorno fa è un colpo al cuore perché conosciamo quelle persone che ci hanno aiutato in questo percorso e noi vogliamo con tutte le nostre forze evitare quello che sta succedendo a Viareggio e che la verità che abbiamo nel cuore sia quella processuale".

Cosi Marco Foresta, figlio di Bianca e Tobia, morti nella tragedia di Rigopiano, in riferimento al processo in corso a Pescara.


Anche Paola Ferretti, madre di Emanuele Bonifazi, una delle 29 vittime non si discosta da quanto dichiarato da Marco Foresta: "Dal giorno della tragedia la mia vita è cambiata: è sopravvivere per gli altri figli e per ottenere giustizia. Spero che non accada come per Viareggio e, quindi, mi auguro che lo Stato abbia il coraggio, la civiltà, di punire veramente e severamente chi ha sbagliato perché non debba accadere mai più quello che è successo a Rigopiano".

"Il ministro della Giustizia - ha detto ancora Paola Ferretti - lo scorso anno ci ha chiesto scusa pubblicamente a nome dello Stato, il Presidente della Repubblica Mattarella ogni anno invia una corona il giorno della commemorazione, oltre a quella mandata per i funerali dei nostri angeli. Bene, personalmente li ringrazio, ma come mamma e come cittadina italiana non mi bastano più queste cose. Voglio i fatti, voglio giustizia". (FONTE ANSA).

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