Tribunale di Vasto off-limits: «Inibita la possibilità di tutelare pienamente i propri diritti»

Emergenza coronavirus gio 11 febbraio 2021
Attualità di La Redazione
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L'avvocato Rolando Santagata ©Termolionline
L'avvocato Rolando Santagata ©Termolionline

VASTO. La barriera virtuale posta al confine tra Abruzzo e Molise con l'istituzione della zona rossa e il divieto di frequentazione del Tribunale di Vasto da parte dei molisani compresi nei 28 comuni dove ha efficacia l'ordinanza Toma ha irritato e non poco. Di ieri la presa di posizione del presidente del Consiglio dell'Ordine forense frentano, Oreste Campopiano. Ma a uscire allo scoperto è anche l'avvocato Rolando Santagata, che nel giorno in cui è entrato in vigore il divieto al palazzo di giustizia vastese, per decisione di presidente del Tribunale e capo della locale Procura, ha subito avuto da ridire in proposito.

«In una situazione grave ed inusitata qual è quella che stiamo vivendo, spesso ci si trova di fronte alla necessità di scegliere quale tra i diritti della persona e del cittadino debbano essere, se non sacrificati, almeno posti in secondo piano rispetto ad altri.

E’ innegabile che la tutela della salute e della vita siano diritti di rango costituzionale ed è in questa prospettiva che va letta la posizione assunta dal Presidente del Tribunale e dal Procuratore della Repubblica di Vasto, volta a tutelare gli operatori e gli utenti di quella sede giudiziaria, interdicendo di fatto l’accesso al Palazzo di Giustizia “…a tutti coloro che provengono dai territori individuati come zona rossa dai vari Presidenti delle Regioni italiane”.

Accanto all’individuo, però c’è il cittadino al quale la Costituzione assicura il diritto – di pari rango - di ottenere Giustizia: a prescindere dalla legittimità o meno dell’atto amministrativo, il provvedimento presidenziale equivale sostanzialmente ad una privazione - di fatto indiscriminata – del diritto di poter accedere al sistema Giustizia per i cittadini basso molisani, i quali, per i più disparati motivi, devono interagire con gli uffici del Tribunale, della Procura delle Repubblica o del Giudice di Pace.

Tuttavia, se da un lato il cosiddetto processo civile telematico garantisce in qualche modo, ove possibile, lo svolgimento delle udienze da remoto ed il deposito telematico di atti giudiziari, dall’altro, nel sistema della giustizia penale, il ricorso agli strumenti telematici per il deposito di atti, per l’estrazione delle sentenze, dei verbali, ecc… è ancora in una fase di sviluppo; per non parlare poi del diritto, oggi negato al privato cittadino, di usufruire autonomamente di tutte quelle attività di Cancelleria che non necessitano del patrocinio di un avvocato.

In questa cornice, però, le scadenze dei termini processuali rimangono in vigore ed è proprio questo, a ben vedere, il vero problema: il vedersi inibita la concreta possibilità di poter tutelare pienamente i propri diritti e difendersi nelle sedi deputate.

Riuscire a trovare il punto di equilibrio tra tutela dell’individuo e tutela del cittadino non è facile, lo capisco, così come, d’altro canto, non possiamo però sottacere il fatto che la società civile del Basso Molise – già fortemente provata dagli effetti della pandemia - rischia di veder differita a “tempi migliori” la propria legittima richiesta di giustizia».

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