Covid, studente vastese: “Giusta la scelta della Dad, ma sono tante le difficoltà ”

VASTO. Da domani lunedì 1 marzo 2021 l’Abruzzo chiude tutte le scuole, dalle elementari alle superiori, a causa dell’impennata delle curva dei contagi nella regione degli ultimi giorni. E’ quanto statuisce l’ordinanza firmata dal presidente della Regione Marco Marsilio a seguito delle indicazioni fornite dalla cabina di regia riunitasi nella serata di venerdì (Leggi).

Chiusura delle scuole è sinonimo di didattica a distanza, un binomio inscindibile che la generazione Covid ha imparato, ormai, a conoscere fin troppo bene.
Per quanto tale risultato fosse ampiamente preventivabile, resta l’amarezza del veder protrarsi ulteriormente una situazione che sta mostrando, giorno dopo giorno, fin troppi limiti.
Quella che doveva essere una risorsa da cui attingere in un momento di necessità, si sta trasformando sempre di più in un mero surrogato delle lezioni in presenza, che sembrano ormai solo un lontano e sbiadito ricordo:

“I professori sono restii a svolgere compiti ed interrogazioni in dad perché temono che qualcuno possa copiare e falsare la prova. Quando rientreremo in classe saremo sommersi dalle verifiche, sarà una batosta per tutti”.

E’ quanto afferma Mario Vitale, 15 anni, studente del Liceo Scientifico, che ha analizzato lucidamente pro e contro di una situazione che lo coinvolge in prima persona partendo da un assunto estremamente rilevante:

“Penso che nonostante tutto in questo momento la didattica a distanza sia la scelta migliore. Durante la ricreazione, all’entrata, e anche all’uscita da scuola, è difficile credere che tutti siano in grado di mantenere la distanza di sicurezza”.

D’altra parte è piuttosto complesso credere che insistere ulteriormente su uno strumento che porta con sé dubbi ed incertezze sulla sua effettiva efficacia, nonché diverse criticità operative, possa costituire una vera e propria soluzione.
Le lezioni da remoto sono temporalmente ridotte rispetto a quelle in presenza, le difficoltà a mantenere un livello di concentrazione adeguato all’apprendimento, dopo ore ed ore davanti ad uno schermo, sono considerevoli, così come le problematiche connesse all’utilizzo dei supporti tecnologici.
Da remoto si lavora quantitativamente di meno, con ritmi ed intensità ridotti, ma con un dispendio di energie mentali considerevolmente superiore. In più i deficit di carattere pratico come una connessione di bassa qualità, od il continuo malfunzionamento della strumentazione necessaria a seguire la lezione, rendono ancor più difficoltosa la vita dello studente:

“E’ difficile concentrarsi e seguire con attenzione le lezioni in dad, anche i miei compagni hanno lamentato le stesse problematiche. Alcune volte non funziona il microfono o la videocamera, altre volte salata invece la connessione. Inoltre le lezioni durano solo 45 minuti e non più un’ora intera”.

La speranza è che i ragazzi possano tornare a vivere nuovamente la scuola come un percorso di maturazione e crescita personale da condividere con i compagni. La mancanza delle relazioni interpersonali, dei rapporti più puri ed istintivi, quelli propri dell’adolescenza, sono la maggiore restrizione, ed il vincolo più difficile da sopportare, per chi avrebbe il diritto di vivere il periodo più felice della vita in modo decisamente più spensierato:

“La cosa che mi manca di più della scuola è il festival della scienza, guardare i progetti di gruppo delle altre classi, le assemblee di istituto, poter condividere questi momenti con i miei compagni”.