Al via il servizio civile nelle sedi della Valtrigno per 5 ragazze e 3 ragazzi

VOLONTARIATO lun 07 giugno 2021

San Salvo "Il servizio civile svolto come amore verso il prossimo con l'impegno di essere uniti verso i cittadini assicurando loro un pieno sostegno negli eventi calamitosi"

Attualità di La Redazione
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Al via il servizio civile nelle sedi della Valtrigno per 5 ragazze e 3 ragazzi ©Vastoweb
Al via il servizio civile nelle sedi della Valtrigno per 5 ragazze e 3 ragazzi ©Vastoweb

SAN SALVO.  È iniziato il servizio civile nelle sedi della Valtrigno di Celenza, Casoli e San Salvo per 5 ragazze e 3 ragazzi.

Svolgono due tematiche importanti la prima "Tra le nuvole e il mare" e la seconda "Io resto Informato". Due temi che riguardano il campo della Protezione civile e i suoi piani comunali.

"Il servizio civile svolto come amore verso il prossimo con l'impegno di essere uniti verso i cittadini assicurando loro un pieno sostegno negli eventi calamitosi." Le due ragazze di San Salvo, Marisa Spalletta e Raffaella Niro,  così hanno espresso il loro pensiero.

La cittadinanza attiva

A partire dagli anni Settanta del 20° sec., si sviluppano nuove forme di attivismo organizzato dei cittadini come la cittadinanza attiva, o attivismo civico. Questo concetto racchiude l’insieme di forme di auto-organizzazione che comportano l’esercizio di poteri e responsabilità nell’ambito delle politiche pubbliche, al fine di rendere effettivi diritti,tutelare beni comuni e sostenere soggetti in condizioni di debolezza.

La cittadinanza attiva si compone di varie associazioni: consumatori, movimenti sociali, gruppi ambientalisti, movimenti di base, comitati locali, gruppi di autoaiuto, cooperative e imprese sociali, organizzazioni di volontariato, quelle di cooperazione internazionale, iniziative civiche su Internet, gruppi per gli orti urbani e il verde pubblico, movimenti di

utenti dei servizi pubblici, centri di consulenza e supporto dei cittadini, movimenti per i diritti delle donne o dei migranti, mense per indigenti... queste sono solo alcune delle forme che l’attivismo civico assume.

Tra le varie attività svolte da queste associazioni troviamo:

  • la gestione dei conflitti nel vicinato o nei servizi;

  • l’addestramento ai cittadini residenti in aree a rischio per fronteggiare calamità e catastrofi;

  • l’avvio al lavoro di persone con disabilità;

  • il monitoraggio della qualità dei servizi;

  • l’accesso ai farmaci indispensabili per i malati cronici;

  • la verifica della sicurezza degli edifici pubblici;

  • le azioni legali contro le clausole vessatorie dei contratti;

  • i servizi di strada per il recupero di emarginati;

  • gli affidamenti e le adozioni di minori abbandonati;

  • la lotta alla cementificazione e all’abusivismo edilizio;

  • i doposcuola per i ragazzi a rischio di abbandono scolastico;

  • le nuove forme di educazione civica nelle scuole;

  • il commercio equo e solidale;

  • l’assistenza legale, psicologica e materiale alle vittime dei reati;

  • il trasferimento di risorse ai Paesi in via di sviluppo.

In Italia è diffusa l’idea che l’attivismo civico sia in continuità con le forme di solidarismo organizzato che hanno avuto luogonel nostro Paese a partire dalla seconda metà dell’Ottocento sotto forma di iniziative di carità e mutualismo promosse dalla Chiesa e dal movimento cattolico; ma anche dal movimento operaio. Quindi possiamo sostenere che l’attivismo civicoitaliano si riconduce grosso modo alla creazione dello Stato unitario. Con il passare degli anni, si è visto un cambiamento

nella gestione dello Stato italiano, e molti di quelli che prima erano compiti della cittadinanza attiva ora fanno parte dei diritti dei cittadini e per questo gestiti direttamente dallo stato e previsti dalla legislazione italiana; per lo stesso motivomolte delle associazioni nate durante gli anni ’70 non sono più attive. Ad oggi una forma di cittadinanza attiva può essere rappresentata dal volontariato nella la Protezione Civile. Il decreto che la disciplina è il codice di protezione Civile d.lgs 1/2018 art. 38.

Strumenti di Cittadinanza Attiva per i giovani:

• Gruppo Peer informale
Si tratta di un gruppo ragazzi tra i 15 e i 20 anni, provenienti da varie realtà ed associazioni del territorio si interroga su quali sono i bisogni e le necessità che sentono i giovani coetanei della zona in cui vivono. Cercano quindi, in relazione a ciò, delle modalità ed azioni che possano soddisfare tali bisogni.

  • Consiglio Comunale Ragazzi
    Il Consiglio Comunale dei Ragazzi (o CCR) è formato da un gruppo di bambini e ragazzi che si occupano dei problemi della propria città e della propria scuola. I CCR sono momenti di educazione alla partecipazione per tutti i cittadini, e diventano occasione di intervento positivo in quanto le condizioni di vita dei bambini costituiscono gli indicatori ambientali primari della vita di tutta la comunità.

  • Tavolo giovani
    I Tavoli Giovani sono gruppi di ragazzi, costituiti su indicazione della Amministrazione Comunale, che collaborano con le Politiche Giovanili dei Comuni. Il loro obiettivo principale è quello di raccogliere le istanze dei giovani del territorio che vogliono occuparsi dei temi della partecipazione e responsabilità, ma anche di quelli che non ne fanno ancora parte.

Partecipazione e Responsabilità

Il problema della cittadinanza è complesso. Spesso la si confonde con l’appartenenza politico-ideologica o con la militanza partitica. In realtà essa concerne più precisamente il garantire e il tutelare i diritti fondamentali di tutte le persone, mediante la tensione di ognuno di noi volta a partecipare alla vita della comunità, a essere riconosciuti come interlocutori, a essere partecipi nelle decisioni. La cittadinanza attiva mira ad allargare gli spazi e le possibilità di rendere concreta la partecipazione e la responsabilità che toccano il benessere del singolo e della collettività.

Cittadinanza attiva tra pubblico e sociale, privato e personale

All’interno del tema della cittadinanza possiamo distinguere due aspetti.Il primo è “pubblico” e “sociale”: ottenere lo statuto di cittadini veri e propri richiede di essere riconosciuti come destinataridi diritti, servizi, prestazioni, informazioni. Questo riconoscimento non è necessariamente acquisito d’ufficio, ma in alcunicasi va preteso e spesso va rivendicato; inoltre esso non implica solo diritti, ma contempla anche dei precisi doveri. Il secondo è più “privato” e “personale”: esso riguarda direttamente noi stessi, con la nostra capacità di interessarci, di partecipare, di mobilitarci, di essere coinvolti, di mostrarci attendibili e affidabili nelle responsabilità che ci assumiamo. Questa dimensione prevede scelte personali forti e coraggiose.

Il volontariato

L'attività di volontariato è il contributo prestato in modo personale, spontaneo e gratuito dal volontario, tramite l'organizzazione di cui fa parte, svolgendo la propria azione senza perseguire alcun fine di guadagno, ma spinto unicamente da un desiderio di solidarietà. Il volontario è quella persona che, per sua libera scelta, svolge attività in favore della comunità e del bene comune mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità in modo personale, spontaneo e gratuito ed esclusivamente per fini di solidarietà.

Le Organizzazioni di volontariato (ODV) sono enti del Terzo settore costituiti in forma da non meno di sette persone fisiche o tre organizzazioni di volontariato, per lo svolgimento, soprattutto in favore di beneficiari terzi, di una o più attività per lequali ci si avvale in modo prevalente dell’opera dei volontari associati.Il Decreto legislativo 3 luglio 2017 n.117, noto come Codice del Terzo settore, provvede al riordino e alla revisione organica della disciplina che riguarda tutti gli enti del Terzo settore. Il provvedimento aggiorna e armonizza anche la normativa relativa al volontariato, che aveva come principale riferimento la Legge quadro sul Volontariato (L.266 del 1991).

Svolgimento delle attività di volontariato

L'attività del volontario non può essere retribuita in alcun modo, nemmeno dal beneficiario. Al volontario possono essere rimborsate dall'ente del Terzo settore soltanto le spese effettivamente sostenute e documentate per l'attività prestata, entro limiti prestabiliti. Le spese sostenute dal volontario possono essere rimborsate anche a fronte di un'autocertificazione, purché non superino un modico importo prefissato e purché le tipologie di spese e le attività di volontariato per le quali è ammessa questa forma di rimborso siano decise dall'organo sociale competente. Da questa disciplina sono in ogni caso escluse le attività di volontariato relative alla donazione di sangue e di organi. Il ruolo di volontario è incompatibile con qualsiasi forma di rapporto di lavoro subordinato o autonomo e con ogni altro rapporto di lavoro retribuito con l'ente di cui il volontario è socio o associato o tramite il quale svolge la propria attività volontaria. Queste disposizioni non si applicano però ad alcune categorie come gli operatori volontari del Servizio civile universale o il personale impiegato all'estero a titolo volontario nelle attività di cooperazione internazionale allo sviluppo, nonché agli operatori del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. Gli enti del Terzo settore che si avvalgono di volontari devono assicurarli contro gli infortuni e le malattie connessi allo svolgimento dell'attività di volontariato, oltre che per la responsabilità civile verso i terzi.

Le ODV possono trarre le risorse economiche necessarie al loro funzionamento e allo svolgimento della propria attività da

varie fonti come quote associative, contributi pubblici e privati, donazioni e lasciti testamentari, rendite patrimoniali ed attività di raccolta fondi. Per l'attività di interesse generale prestata, le ODV possono ricevere soltanto il rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate.

Monitoraggio e coordinamento del volontariato

Spetta al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (MLPS) verificare l’attuazione della normativa sul volontariato, ancheattraverso la realizzazione di protocolli d’intesa e accordi di programma con enti pubblici, privati e del privato sociale e in collaborazione con le Regioni. Il Ministero si occupa della gestione amministrativa dei contributi erogati a favore di associazioni di volontariato ed Onlus e del finanziamento dei progetti sperimentali delle Organizzazioni di volontariato. Al Ministero fanno capo inoltre le collaborazioni con organismi europei e internazionali del volontariato e del Terzo settore.Altro strumento predisposto è l’Osservatorio Nazionale per il Volontariato, che provvede al censimento delle organizzazioni,alla diffusione della conoscenza delle attività svolte e, più in generale, contribuisce alla promozione e allo sviluppo del volontariato stesso. Il Ministero è infine responsabile dei rapporti con i Comitati di Gestione del Fondo speciale per il volontariato e collabora con i Centri di Servizio per il Volontariato.

Il volontario nel sistema di Protezione Civile

Per fare il volontario nella Protezione civile servono innanzitutto forza di volontà, spirito di solidarietà e capacità di collaborare in gruppo. In genere nonci sono particolari requisiti, molto dipende dal regolamento dell’associazioneterritoriale alla quale si aderisce. Queste infatti possono indicare limiti di età (compimento del 18°anno) e particolari requisiti medici. Per i minori l’etàminima consentita è 16 anni, dietro autorizzazione scritta di un genitore o tutore legale.

Compiti dei volontari:

  • attività e assistenza alla popolazione di tipo psico-sociale;

  • assistenza a persone anziane, malati o disabili;

  • logistica e trasporti (in questo caso devi essere munito di patente di guida);

  • preparazione e somministrazione pasti;

  • prevenzione, informazione e lotta contro incendi e azioni di vandalismo;

  • supporto alla segreteria e ogni altra attività amministrativo-contabile;

  • attività cinofila;

  • formazione del personale.

Sarà l’ente a fornire la formazione di base per svolgere queste attività. L’impegno in termini di ore richiesto ai volontari può cambiare da provincia a provincia in base alle esigenze territoriali.

Riflessioni 

In conclusione essere un cittadino attivo ti rende parte della società e contribuisce a renderla migliore per te stesso e per gli altri. Un mondo in cui ognuno si impegna per il benessere del prossimo crea un futuro migliore fatto di servizi, assistenza,rispetto delle regole e dell’ambiente, e consente di formare nuove generazioni di giovani coscienti di quanto sia importantevivere nel rispetto degli altri, soprattutto di chi è più debole; inoltre contribuirebbe ad invogliare sempre più personenell’attività di volontariato. Essere volontari non significa soltanto mettere le proprie capacità al servizio del prossimo, ma anche formarsi costantemente contribuendo così alla propria crescita personale.

Ad oggi un modo efficace per entrare a far parte di questo mondo consiste nell’attività del Servizio Civile che invoglia,soprattutto i più giovani, ad unirsi come volontari e svolgere servizi di cittadinanza attiva. Grazie allo svolgimento del servizio Civile si riesce ad aprire gli occhi su un intero sistema al servizio della comunità, per la tutela dell’ambiente e di chi è piùdebole e solo, costruendo un bagaglio di esperienze e professionalità che rimarranno per sempre e che li accompagneranno per il resto della vita che verrà vissuta con maggiore responsabilità e consapevolezza. Perciò sarebbe bello se nella nostra società il volontariato e il Servizio Civile vengano maggiormente pubblicizzati così da invogliare sempre più persone a considerare di immergersi in questa esperienza.

 

 

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