Il caso di Jois Pedone a "Chi l’ha visto": una sacerdotessa e un falò alimentano il mistero

Il caso gio 20 ottobre 2022

Vasto torna su Jois Pedone, una sacerdotessa ed un grande falò alimentano il mistero sul caso

Attualità di Lorenzo Salerni
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Il caso di Jois Pedone a "Chi l’ha visto":  una sacerdotessa e un falò alimentano il mistero ©Vastoweb
Il caso di Jois Pedone a "Chi l’ha visto": una sacerdotessa e un falò alimentano il mistero ©Vastoweb

VASTO. La redazione di “Chi l’ha visto?” ha fatto ritorno ancora una volta sul caso di Jois Pedone.

 Ieri sera sul terzo canale del grande schermo sono state comunicate nuove rivelazioni a sostegno della tesi per la quale la morte del giovane ruoti intorno a motivazioni esoteriche.

Il programma, che da più di trent’anni si occupa di persone scomparse e misteri irrisolti, è andato in onda come di consueto il mercoledì sera su Rai 3 ed ha deciso di dedicare una terza puntata sul giovane vastese trovato morto il 22 agosto nelle acque di Punta Penna con un peso di 40 chili.

Nei precedenti appuntamenti la giornalista Federica Sciarelli aveva parlato del ritrovamento di un borsone sconosciuto ai parenti del ragazzo, la presenza di una strana “z” sul suo collo e di una sorta di patto di sangue che Jois avrebbe stipulato con una ragazza.

Proprio da quest’ultimo dettaglio è ripartita la nuova puntata che ha ospitato nello studio romano lo zio Rino Pedone e la nonna Pia Regina.

Nel servizio, realizzato da Fabrizio Franceschelli, si è ricordato come Jois avesse preso parte ad un gruppo chiamato “Figli della luna”, scioltosi poi con la sua morte, in cui il giovane aveva stretto amicizia con una ragazza alla quale aveva confessato di aver stretto questo legame di sangue.

Lui mi ha parlato di un patto che aveva fatto con una donna dal quale non riusciva più a tirarsi indietro, perché non poteva scappare da lei. Questo gli aveva distrutto parte della sua vita e delle relazioni umane. Si sentiva molto limitato”, ha dichiarato nell’intervista la giovane intervenuta in anonimato ai microfoni del programma.

Aveva attribuito tutto a quel patto e riteneva che fosse imprigionato, quasi stregato”, ha aggiunto l’intervistata.

Prima mi ha riferito che faceva parte di un altro gruppo - ha spiegato la ragazza riferendosi sempre alle confessioni di Jois - dove c’era una donna. Questa si faceva considerare una sorta di sacerdotessa o come qualcuno che praticava ritualistica”.

Ma il servizio non è terminato qui. Infatti il programma ha riportato la testimonianza  di un pescatore vastese che ha detto di aver notato un grande falò nella notte tra il 20 ed il 21 agosto, il momento in cui Jois si diresse in solitudine lungo il litorale e sparì. Il testimone ha fotto poi presente che per mantenere il fuoco per così tanto tempo e con il forte vento ci dovevano essere tante persone ad alimentarlo.

Lungo la spiaggia Rino Pedone ha poi segnalato: “Qui c’è sempre molta legna e si possono notare ancora i resti di carbone e legno arso di non più di due mesi

 Al termine del sevizio gli ultimi minuti sono stati dati allo zio del ragazzo. 

Pedone, dopo aver ricordato che la  sabbia contenuta nel borsone, utilizzato come peso, probabilmente non provenga dalla spiaggia limitrofa, ha voluto evidenziare alcuni dettagli insoliti del caso: “Il punto in cui è stato calato il corpo in acqua può essere considerato quasi un altare e secondo il calcolo delle fasi lunari si dice che proprio in quei giorni ci fosse la massima potenza per poter esprimere un rituale particolare”.  



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