Il 13 gennaio 1915 nella Marsica uno dei terremoti più devastanti ad aver colpito l’Italia

L'ANNIVERSARIO mar 16 gennaio 2024
Attualità di La Redazione
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Il 13 gennaio 1915 nella Marsica uno dei terremoti più devastanti ad aver colpito l’Italia ©Web
Il 13 gennaio 1915 nella Marsica uno dei terremoti più devastanti ad aver colpito l’Italia ©Web

ABRUZZO. In passato, il mese di gennaio (soprattutto nelle sue due prime settimane) fu funestato, in Italia, da violenti terremoti.

Ci furono quelli:

 – di Verona del 3 gennaio 1117 (di magnitudo stimata Ms = 6,9), l’evento sismico noto più violento ad aver colpito l’area padana, che causò vastissimi danni e 30.000 vittime stimate [3,4];

 – della Val di Noto del 9÷11 gennaio 1693 (di magnitudo momento stimata Mws = 7,3÷7,4), l’evento sismico noto più violento ad aver colpito l’intera Italia, che, assieme al successivo maremoto, causò almeno 60.000 vittime [4÷7]; 

– di Foligno del 13 gennaio 1832 (di Mws = 6,3), la cui scossa principale causò almeno 40 vittime [8];

 – della Marsica, del 13 gennaio 1915 (di Mws = 7,0), che uccise più di 30.500 persone [8];

– del Belìce del 14÷15 gennaio 1968 (di magnitudo momento massima Mw max = 6,4), che provocò 231÷370 vittime [9];

– del Friuli del 25 gennaio 1348 (di magnitudo M = 7,0), che causò 9.900÷20.000 vittime [10].

In quest’articolo, ricordo il terremoto della Marsica, che fu uno dei più devastanti ad aver colpito l’Italia.

 

Il terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915

 Il terremoto della Marsica del 15 gennaio 1915 (noto anche come terremoto di Avezzano) avvenne pochi mesi prima dell’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale. Per la sua forza distruttiva ed il numero di vittime da esso causato, è annoverato tra i principali sismi avvenuti in Italia: infatti, fu di intensità IMCS=XI (grado della Scala Mercalli-Cancani-Sieberg – MCS).

 Si verificò alle 7:53 del mattino, con epicentro nella Piana del Fucino, in Abruzzo, senza esser stato preceduto da alcun evento premonitore tale da creare un particolare allarme. Devastò, oltre alla Marsica, le aree laziali limitrofe (come la Valle del Liri e il Cicolano), cancellando interi paesi. In particolare, rase al suolo Avezzano (dove restò integra una sola abitazione, Casa Palazzi).

 Causò, complessivamente, più di 30.500 morti, in diverse province del Centro Italia. Nella sola Avezzano crollarono edifici e monumenti (come il castello Orsini-Colonna, la collegiata di San Bartolomeo, il teatro Ruggeri, il palazzo Torlonia ed il convitto femminile “Clotilde di Savoia”) e perirono quasi 11.000 persone (compreso il sindaco) su 13.000 abitanti.

 Il terremoto colpì (con intensità IMCS≥VII), oltre al Lazio, anche le Marche e parte della Campania. Fu avvertito dalla Pianura Padana alla Basilicata, mentre a Roma i suoi effetti furono classificati di IMCS= VI÷VII.

 Nonostante la scossa del 13 gennaio 1915 avesse procurato danni pure nella capitale, il governo Salandra tardò molto a comprendere quanto vasta fosse l’area colpita e quanto drammatica fosse la situazione: l’allarme fu lanciato solo dodici ore dopo. I primi soccorsi, peraltro inadeguati, raggiunsero le aree colpite solo all’alba del 14 gennaio, anche a causa dell’impraticabilità della linea ferroviaria e delle strade, a causa di frane e di macerie indotte dal sisma.

 Tra le emergenze causate dal terremoto vi fu il problema degli orfani: la maggior parte di loro fu affidata all’Opera Nazionale di Patronato “Regina Elena”. Per ospitare i terremotati, poi, furono realizzate strutture conosciute come “casette asismiche”: in parte esse sono tuttora esistenti, a memoria dell’evento.

 Conclusioni

 Anche il ricordo del terremoto della Marsica dovrebbe convincere, chi ancora ne dubitasse, che il terremoto costituisce un rischio reale in Italia e che, quindi, occorre attivare urgentemente corrette politiche di prevenzione sismica.

 Chiedo, quindi, di nuovo, di firmare e far firmare la petizione «Che si inizino finalmente ad attuare serie politiche di prevenzione dai rischi naturali!» [12], da me lanciata, su change.org, il 29/11/2020 e corredata da numerosi aggiornamenti, molti dei quali vertono sulla prevenzione sismica e citano violenti terremoti avvenuti sia in Italia che in altri Paesi.

 Le firme a tale petizione sono già 1.057, ma quanto più elevato sarà il loro numero, tanto maggiore sarà la probabilità che il Governo, i Governatori Regionali ed i Segretari dei partiti politici (destinatari della petizione) vi prestino la dovuta attenzione.

 Alessandro Martelli


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