"Amministratori sotto tiro", 1 minaccia ogni 28 ore: c'è anche il caso Menna
Vasto Abruzzo 12° regione in Italia, i casi sono 7, c'è anche Vasto
VASTO. In Italia ogni 28 ore un sindaco, un assessore, un consigliere o un dipendente di una pubblica amministrazione, è bersaglio di atti intimidatori.
È il dato sconcertante emerso dall’ultimo rapporto di Avviso pubblico, denominato "Amministratori sotto tiro 2023", dal quale si evince come detto fenomeno sia diffuso soprattutto nei piccoli comuni: Il 55% dei casi di aggressioni e minacce si registra nei comuni con meno di 20mila abitanti, il 19% in quelli dai 20mila ai 50mila abitanti, il 26% nei comuni con 50mila abitanti.
Se i più colpiti sono i primi cittadini (69%), dalle turbative non sfuggono nemmeno i candidati ad incarichi pubblici. Ed è per questo che a destare preoccupazione sono anche le prossime elezioni; sabato 8 e domenica 9 giugno, infatti, 14 comuni del Vastese, 50 su 104 nel chietino, saranno chiamati alle urne per il rinnovo del consiglio comunale e la scelta del nuovo sindaco, mentre per tutti gli altri i seggi saranno aperti per le elezioni europee (leggi).
Almeno per quanto concerne l'Abruzzo, tuttavia, gli allarmismi sono assolutamente da evitare: osservando la distribuzione regionale di minacce ed intimidazioni, la nostra regione si posiziona "solamente" al 12° posto con "appena" 7 casi.
Tra questi è presente anche l'atto intimidatorio rivolto al sindaco di Vasto Francesco Menna, la cui auto andò in fiamme il 4 dicembre 2023 (leggi).
Spulciando tra le statistiche del report di Avviso Pubblico, è interessante notare come gli incendi siano la principale tipologia di minaccia al Sud e nelle isole (24%), mentre al Centro e al Nord i roghi lasciano il posto soprattutto alle minacce via social network (19.5%).
Il fuoco resta tuttavia l'intimidazione più utilizzata nei confronti delle donne (un caso su tre), dato in aumento rispetto all'anno precedente. Più in generale, i casi di minacce dirette e indirette che hanno visto coinvolte amministratrici e dipendenti costituiscono il 17% del totale.
Infine, le intimidazioni imputabili a comuni cittadini, e dunque non riconducibili alla criminalità organizzata, corrispondono al 26% delle minacce complessive: la causa principale è il malcontento per una decisione amministrativa (42%), seguito dagli estremismi di natura politica (19%), i problemi economici (16%) e l’abusivismo (15%).