Arrosticino d'Abruzzo in crisi: "Ogni giorno chiudono le stalle"

LA SEGNALAZIONE mar 18 giugno 2024

Altri Comuni Confagricoltura Abruzzo: "Obiettivo marchio Igp"

Attualità di La Redazione
4min
Arrosticini ©ilvaloreitaliano.it
Arrosticini ©ilvaloreitaliano.it

ABRUZZO. "L' allevamento ovicaprino in Abruzzo è in profonda crisi, ogni giorno chiudono stalle e la nuova Pac ha accelerato il fenomeno azzerando l'aiuto comunitario".

A segnalarlo è il direttore di Confagricoltura Abruzzo, Stefano Fabrizi, in un passaggio del documento che l'associazione presenterà alla 3/a Commissione (Agricoltura) del Consiglio regionale a sostegno del riconoscimento del marchio Igp per l'Arrosticino Abruzzese da oltre tre anni in fase istruttoria presso il ministero dell'Agricoltura.

"Se non fosse stata una strenua lotta - si legge nel documento - promossa da Confagricoltura Abruzzo e fatta propria dal vicepresidente del Consiglio regionale Emanuele Imprudente e dalla direttrice del Dipartimento Elena Sico a questo punto sarebbe stata messa la parola fine alla nostra millenaria tradizione che, a oggi conta meno di 150 mila pecore a fronte degli oltre tre milioni della Sardegna.

Occorre dare atto al vicepresidente e alla direttrice di aver ben negoziato nella Conferenza Stato regione e di aver tamponata la situazione recuperando un 70/% di aiuti con i fondi del CSR".

Confagricoltura Abruzzo si oppone alla risoluzione della Commissione per il 'Riconoscimento Dop Arrosticino Abruzzese' ritenendo "velleitario parlare di creare una filiera della DOP sia per mancanza di materia prima, sia per mancanza dei requisiti qualitativi e quantitativi, proprio perché i nostri allevamenti si sono specializzati nella produzione del latte, relativi prodotti trasformati e agnelli e solo pochi producono la carne destinata alla produzione degli arrosticini".

Secondo Confagricoltura "il rischio più grave è che altre regioni potrebbero chiedere ed ottenere il riconoscimento comunitario con gravissimi e irreparabili danni alla nostra economia, penalizzando il settore della trasformazione fatto di aziende locali che hanno raggiunto, con la loro professionalità, livelli qualitativi notevoli e conquistato il mercato italiano ed estero".

"Da punto di vista commerciale - si sottolinea nel documento - è il riconoscimento del marchio comunitario il volano delle nostre migliori eccellenze, la Patata del Fucino IGP è un clamoroso esempio, nel giro di 7/8 anni i volumi commercializzati hanno raggiunto i 350 mila quintali ed il territorio del Fucino è divenuto l'areale più importante d'Italia. Purtroppo, dobbiamo ricordare gli scarsi successi ottenuti sia dalla Dop dello Zafferano dell'Aquila, sia dalle tre Dop regionali dell'olio Evo". (FONTE ANSA)

  

“Ribadiamo che l’unico modo per tutelare contemporaneamente l’economia pastorale abruzzese e le esigenze del consumatore è il riconoscimento della denominazione di origine protetta dell’arrosticino. Intorno a questa eccellenza della produzione regionale si sta facendo una grande confusione, su cui è necessario fare chiarezza. Ribadiamo con fermezza che la Dop è l’unico marchio comunitario che garantirebbe l’utilizzo di carne veramente abruzzese con risultati e vantaggi per tutto il settore zootecnico e del consumatore finale che deve poter scegliere di mangiare un prodotto fatto con vera carne abruzzese e non semplicemente macellata o confezionata in Abruzzo”. In merito alla diatriba sull’arrosticino – e sulla necessità di privilegiare la Dop all’Igp - Coldiretti Abruzzo conferma la propria posizione. E ribadisce che “si tratta di una battaglia etica, una battaglia sulla trasparenza che mette al centro l’importanza dell’origine degli alimenti che hanno fatto grande la nostra tradizione agroalimentare”.

Insieme a Coldiretti, un partenariato costituito da Associazione regionale Allevatori che ha stilato una relazione in cui vengono elencati i vantaggi legati alla Denominazione di origine protetta, l’Istituto zooprofilattico sperimentale e Spiedì srl, industria leader del settore. Nella relazione dell’Ara, viene smontato il castello di “svantaggi” elencati dai contrari alla Dop e viene sintetizzato il disciplinare della denominazione che comporterà in particolare: 

• la delimitazione dell’area geografica di allevamento coincidente con il territorio

• regionale e le aree dell’Italia centrale storicamente legate alla pastorizia e alla transumanza

• la delimitazione dell’area geografica di trasformazione e lavorazione delle carni e la produzione di arrosticini coincidente con il territorio regionale

• il raggiungimento di parametri qualitativi elevati dovuti alle caratteristiche della materia prima utilizzata e alle limitazioni adottate in fase di lavorazione

• l’utilizzo di sole carni ovine, e l’assenza di ingredienti diversi, nel rispetto della tradizione tramandataci dai nostri pastori

“Attualmente – dice Pietropaolo Martinelli allevatore e presidente di Coldiretti Abruzzo - il prodotto simbolo della nostra pastorizia si basa sull’importazione massiccia di carni ovine estere, più facili da reperire e lavorare, con il risultato sconcertante che più di tre arrosticini su 4 hanno provenienza straniera, soprattutto Francia, Spagna, Irlanda, Germania e Europa dell’est. La Dop è l’unico marchio che garantirebbe l’utilizzo di carne abruzzese e italiana. È una questione di trasparenza, il consumatore deve poter scegliere e gli allevatori devono essere messi in condizione di continuare una tradizione amata ed apprezzata in tutto il mondo e di produrre i veri arrosticini, non semplici spiedini. Ci spiace che Confagricoltura – oltre a dimenticare che Coldiretti e Ara sono state le prime a salvaguardare il comparto con la richiesta di una misura che compensasse una PAC punitiva nei confronti del settore ovicaprino - si sia schierata a favore dell’Igp presentandolo come la panacea di tutti i mali. La realtà è ben diversa e non serve un esperto per capire che l’eventuale accantonamento del riconoscimento della Dop sarà il colpo di grazia per i pochi allevatori rimasti che devono fare i conti con una profonda crisi e una drastica diminuzione dei ricavi anche a causa di concorrenza sleale”.

Vastoweb.com Testata giornalistica

Reg. Tribunale di Larino N. 01/2009 del 9/01/2009 - Num. iscrizione ROC:30703

Direttore Responsabile: Federico Cosenza

Editore: MEDIACOMM srl
Via Martiri della Resistenza, 134 - 86039 TERMOLI(CB)
P.Iva 01785180702

© Vastoweb.com. 2024 - tutti i diritti riservati.

Realizzato da Studio Weblab

Navigazione