​Latin lover, superstiziosi, mammoni: Italiani tra stereotipi e stranezze

come ci vedono gio 16 luglio 2020
Attualità di La Redazione
3min
Superstizione ©Web
Superstizione ©Web

Ingredienti: 1 pugno di gel, 1 occhiale da sole, 1 catena d’oro, 1 manciata di capi firmati (a scelta tra Valentino, Gucci, Prada), 2 cucchiaiate di corde vocali per 200 decibel di volume, 2 vasetti di gestualità, 100 grammi di spericolatezza stradale, 100 grammi di pasta e 150 grammi di pizza. Mescolare il tutto, cuocere in brodo di dopobarba e guarnire con un crocifisso. Questa sarebbe la ricetta di un italiano visto da occhi stranieri. Rumorosi, plateali, movimentati, imbellettati, passionali, cattolici, mammoni, mangioni, sregolati, disonesti sono alcuni degli aggettivi che regolano gli stereotipi e i pregiudizi nei confronti degli italiani nel mondo. Sebbene ci sia sempre un fondo di verità, si tratta di una semplificazione generalista che trova le sue smentite in più di un’occasione. Ma siamo veramente così? Quali sono alcune stranezze nostrane?

Aspetto e gestualità dell’italianità

Occhiale da sole, gel nei capelli, dopobarba pungente e carattere passionale: così sono visti gli uomini, come dei latin lover dediti a far colpo. Le donne, invece, hanno la fama di vestire solo capi firmati abbinati a puntino e cambiarsi tre volte al giorno. Sebbene esagerato, è vero che tendiamo ad essere un popolo passionale e spontaneo, che esprime il suo lato emotivo e ha un’inclinazione naturale per il buon gusto. Siamo innamorati della bellezza e ci piace esprimerla, che sia attraverso opere pittoriche, la galanteria o un vestiario curato al dettaglio. Dopotutto, la moda è insita nel DNA italiano e ne è un fiore all’occhiello. E questa passionalità e spontaneità trovano il loro sfogo anche nella nostra gestualità, che accompagna accuratamente il nostro roboante tono di voce. Secondo il New York Time, usiamo 250 gesti ogni giorni nel conversare. Peccato che non ci sia modo che questi vengano normalmente travisati o male imitati dagli stranieri.

Cornetti e corna: superstizione italiana

Parlando di stranezze, oltre all’ossessione per il bidet che ci manda in crisi quando viaggiamo all’estero, siamo un popolo piuttosto superstizioso. Tant’è che, secondo il sondaggio di Facile.it, il 44% degli automobilisti porta con sé amuleti, o evita di viaggiare di venerdì 17. Se il 17 è sfortunato, il 3 è il nostro numero di buon auspicio: la perfezione biblica (dicevamo che ci reputano molto cattolici?). Dal sondaggio svolto da Betway, però, non siamo gli unici ad avere rapporti ambigui con i numeri. L’80 per cento degli inglesi – il campione includeva 2.000 persone – ha un numero fortunato. Per il 25% di questi è il 7. Altri hanno indicato il 3 come noi, altri il 13. Quest’ultimo, però, corrisponde al nostro 17, in latino XVII, cioè VIXI, ho vissuto e ora sono morto. E per scongiurare eventualità nefaste, noi italiano non ci esimiamo dal produrre un gesto piuttosto esplicativo: le corna. Abbiamo proprio un gesto per tutto!

Mamma mia!

Tuttavia, uno degli aspetti per cui più veniamo denigrati è il nostro essere “mammoni”. In Italia, la famiglia ha sempre rivestito un ruolo primario. I legami famigliari sono sempre stati alla base della società. Le stesse organizzazioni mafiose – altro elemento per cui siamo tristemente famosi nel mondo – si basano su famiglie e clan. Il tanto biasimato nepotismo è radicato nella tradizione famigliare italiana. E così, 7 milioni di di italiani tra i 18 e 34 anni, il 67%, quasi il doppio della media europea, rimangono a vivere con i genitori fino a tarda età. In paesi come il Regno Unito o gli Stati Uniti, contrariamente, è naturale abbandonare il nido all’inizio dell’università e non farvi ritorno. Ma d’altronde, la mamma è la mamma e come cucina lei, nessuno mai. Ma no, non mangiamo solo pasta e pizza. Se di questa consumiamo 7 kili all’anno, gli statunitensi il doppio. Per non parlare della dieta mediterranea con frutta, verdura e olio d’oliva, di cui siamo i principali consumatori.

Latin lover, dediti alla moda, gestuali, superstiziosi e mammoni. Una rappresentazione un po’ caricaturizzata di un popolo che ha dato al mondo tanto altro, dall’arte alla scienza, dalla letteratura all’architettura. Ma come ogni popolo, abbiamo luci e ombre. Basta saper valorizzare le luci.

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