Pierluigi Gallo in tv: «La mia cucina ha mantenuto un’impronta abruzzese»

LA VETRINA dom 24 febbraio 2019

Vasto “La televisione ha dato visibilità al nostro mestiere e influenzato i giovani aspiranti Chef, ma occorre passione e dedizione”

Attualità di Christian Dursi
2min
Pierluigi Gallo approda sul piccolo schermo: «La mia cucina ha mantenuto un’impronta abruzzese» ©Tv 2000
Pierluigi Gallo approda sul piccolo schermo: «La mia cucina ha mantenuto un’impronta abruzzese» ©Tv 2000
Tartare di Agnello con maionese di arrosticino e tartufo nero

VASTO. Pierluigi Gallo ha appena 35 anni, ma è già un rinomato chef italiano. Attualmente dirige l’offerta culinaria del Giulia Restaurant, in pieno centro a Roma, e ha appena compiuto il passo che sempre più spesso per uno chef vale la consacrazione: l’approdo sul piccolo schermo. Gallo ha infatti partecipato al programma televisivo di TV2000 Quel che passa il convento, dove vi è uno spazio dedicato al racconto della ricetta di uno chef.

«Ho partecipato a sei puntate, dove ho raccontato altrettanti piatti da me ideati: un antipasto, due primi, un secondo e un dolce. È la prima volta che faccio registrazioni per un programma televisivo. La televisione ha influenzato tantissimo questo mestiere, sia in negativo che in positivo. In positivo perché ha giocato un ruolo determinante nella divulgazione della cultura culinaria, tant’è vero che se prima non si faceva neppure caso alla qualità e alla provenienza del prodotto, adesso l’attenzione e l’esigenza del cliente sono senza dubbio cresciute e questo è un bene per il nostro mestiere perché ci spinge a innovarci e migliorarci sempre.

Dall’altra parte, tuttavia, può essere fuorviante: tanti ragazzi, attratti da ciò che viene mostrato nei programmi di cucina, vorrebbero fare il cuoco o lo chef, ma perdono di vista il lungo percorso formativo, fatto di impegno e sacrificio, che bisogna superare per riuscire ad affermarsi in questo settore. È un percorso che parte dal basso e che richiede passione e dedizione. Suggerisco ai ragazzi che vogliono intraprendere questo percorso di iniziare a fare esperienza cominciando a lavorare in una osteria o in una trattoria; se non parti dal basso non arriverai mai a fare lo chef».

Anche il percorso di chef Gallo ha avuto un punto di partenza simile: inizia a fare esperienza nel ristorante di famiglia a San Salvo marina, dove al lavoro affianca gli studi universitari di altro ambito. Poi, definitasi in lui la vocazione per la cucina, apre un ristorante tutto suo con pochi coperti, incentrato sulla carne alla brace. È a questo punto che decide di imparare da un maestro della cucina abruzzese iscrivendosi alla Scuola di Alta Formazione di Niko Romito a Castel Di Sangro. Conclusa la fase prettamente formativa, seguono le esperienze lavorative in molteplici ristoranti prestigiosi di Roma, culminate con la direzione della cucina dell’elegantissimo Giulia Restaurant.

Malgrado gli ultimi anni trascorsi nella capitale, Gallo rivela di non aver mai abbandonato la sua matrice culinaria abruzzese: «Sono nato in Campania, in provincia di Napoli, però sono cresciuto tra San Salvo e Vasto. L’Abruzzo ha una grande cucina territoriale, è una delle regioni che ha i prodotti migliori in Italia, sia di montagna che di mare. Ad esempio, nella ricetta della tartare che ho proposto per il programma televisivo c’è un agnello biologico di Scanno con una “maionese di arrosticini”».

E sulle sue ambizioni per il futuro dice: «Ogni chef punta a prendere la Stella Michelin. Io ci credo e lavoro per questo, non so se ci arriverò mai, ma ci proverò».

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