«Abbiamo rischiato di perdere mio padre a causa della malnutrizione»

IL RACCONTO gio 21 marzo 2019

Vasto "Aveva assunto per giorni un quantitativo di calorie insufficiente ed era andato in denutrizione al punto che poi non era più in grado di alimentarsi"

Attualità di Redazione
2min
Cibo ospedale di Vasto ©Vastoweb
Cibo ospedale di Vasto ©Vastoweb

VASTO. «Abbiamo rischiato di perdere mio padre a causa della malnutrizione» a dirlo è il figlio di un paziente che è stato ricoverato per 17 giorni presso il reparto di Medicina dell’ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto.

La segnalazione ha a che fare con una questione già stata sollevata altre volte negli ultimi mesi: la qualità e la quantità dei pasti proposti in alcuni reparti della struttura sanitaria di via San Camillo de Lellis. Era di di due giorni fa proprio un altro articolo che riguardava il medesimo argomento (LEGGI).

Il signor Luca ha ricostruito la drammatica vicenda degli ultimi venti giorni del padre, 69 anni, ricoverato lo scorso 1° marzo per una forte anemia: «L’anemia era passata grazie alle trasfusioni, tuttavia noi continuavamo a vederlo sempre più pallido, stanco e incapace di deambulare. Con il passare dei giorni la situazione era peggiorata ulteriormente: mio padre non riusciva più a comunicare con noi, aveva gli occhi chiusi e accadeva che fosse in preda a spasmi muscolari. Noi famigliari abbiamo pensato che si trattasse di un problema neurologico, ma non ci è stata data alcuna conferma.

Infine, dopo 17 giorni abbiamo avuto la possibilità di trasferirlo in un altro istituto di cura: lì medici ci hanno detto subito che la condizione di mio padre era dovuta a una grave malnutrizione e disidratazione.

In sostanza mio padre aveva assunto per giorni un quantitativo di calorie insufficiente ed era andato in denutrizione al punto che poi non era più in grado di alimentarsi. Presso l’istituto di cura infatti è stato necessario sedarlo e somministrargli delle flebo di mille calorie ciascuna. Adesso fortunatamente è in ripresa, ma ci è stato detto che lo abbiamo portato via appena in tempo, prima che fosse troppo tardi.

Ciò che voglio dire– ha concluso il signor Luca – è che non è ammissibile che in una struttura sanitaria pubblica viga un regime alimentario che consista in porzioni scarse e di dubbia qualità, che non vi sia attenzione all’alimentazione dei pazienti e che si pensi al contenimento dei costi. Persino un’infermiera ci aveva suggerito di portare qualcosa da casa per sopperire alla scarsezza delle porzioni, ma mai avremmo immaginato che lo stato di salute di mio padre era precipitato a causa della malnutrizione».

Per avere ulteriori chiarimenti sulla vicenda abbiamo chiesto lumi attraverso l'ufficio stampa della Asl e da cui, con grande disponibilità, abbiamo appreso che dal reparto in questione non vi era intenzione replicare o quanto meno di argomentare sull'accaduto.

Inoltre un'altra segnalazione ci è arrivata anche da Pediatria, sempre sul tema cibo e dove una mamma ha affermato: "Non è ammissibile che i bambini debbano essere costretti a magiare cibo freddo e pasta collosa."

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