​Don Gianfranco Travaglini: “Per essere costruttori di pace dobbiamo vivere la giustizia”

Il ricordo mar 12 novembre 2019

Vasto La cerimonia di commemorazione per i caduti di Nassirya

Attualità di Lea Di Scipio
2min
Don Gianfranco Travaglini: “Per essere costruttori di pace dobbiamo vivere la giustizia” ©Vastoweb.com
Don Gianfranco Travaglini: “Per essere costruttori di pace dobbiamo vivere la giustizia” ©Vastoweb.com

VASTO. La pioggia non ha fermato la cerimonia programmata per stamani, 12 novembre, per rendere omaggio ai caduti di Nassirya e ai Carabinieri, che si sarebbe dovuta tenere nei luoghi dove in città sono stati posti i simboli che li ricordano.

L’occasione è stata quella del ricordo dell'attentato avvenuto nel 2003 e che ha procurato la morte di 28 persone, 19 italiani e 9 iracheni.

Causa maltempo la celebrazione è avvenuta all’interno della Concattedrale di San Giuseppe, officiata da don Gianfranco Travaglini.

“Siete usciti dalle vostre classi non per perder tempo ma per partecipare a un evento molto importante. Qui in chiesa avete davanti agli occhi quelle persone che hanno gli incarichi più alti e le relative grandi responsabilità”, questo quanto afferma il sacerdote rivolgendosi direttamente ai piccoli studenti della Nuova Direzione Didattica.

E poi, riferendosi ai rappresentanti delle forze dell’ordine dichiara: “siamo qui riuniti alla presenza di questi bambini per chiederci quale futuro stiamo preparando per loro. È proprio per loro che dobbiamo costruire un futuro migliore”.

Ancora don Gianfranco chiede alla platea “qual è la cosa essenziale?” e i bambini rispondo a gran voce “la pace”.

“La crisi e la mancanza di lavoro sono solo una conseguenza della guerra. Dobbiamo costruire la pace insieme. Per essere costruttori di pace dobbiamo vivere la giustizia facendo una distinzione tra l'errore e l'errante. Quest'ultimo è quello che sbaglia. La parola di Dio ci dice che dobbiamo odiare l'errore ma amare l'errante. Per costruire la pace odiare l'errore è amare l'errante”, conclude il parroco.

A seguire il discorso del Maggiore Amedeo Consales, Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Vasto che ha ripercorso la cruenta pagina della storia italiana. Il Sindaco di Vasto Francesco Menna ha poi dichiarato: “le forze dell'ordine vanno ringraziate perché cercano di rimuovere queste schifezze del sistema. Dobbiamo trasmettere questi valori durante queste celebrazioni”.

A conclusione della celebrazione in chiesa i bambini hanno condiviso delle letture, ricordando l’importanza della pace e ringraziando tutti quegli uomini e quelle donne che rischiano la loro vita per portare la pace in un territorio martoriato dalla guerra.

Una cerimonia particolarmente sentita quest’anno, all’indomani di un ennesimo attacco avvenuto in Iraq nei pressi di Kirkuk. Cinque i militari coinvolti, di cui tre sono in gravi condizioni, ma nessuno è in pericolo di vita.

Due corone d’alloro, una al Cippo Caduti di Nassirya e l'altra al Monumento al Carabiniere, sono state poi deposte dal sindaco di Vasto Francesco Menna, alla presenza di alcuni rappresentanti della Giunta comunale, delle forze dell’ordine e delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma.

La storia. Il monumento è stato inaugurato a Vasto nel 2009 in memoria dei Caduti di Nassiriya in Iraq. Il 12 novembre 2003 avvenne un grave attentato alle ore 10:40 ora locale, mentre in Italia erano le 8:40.

Un camion cisterna piena di esplosivo cercò di entrare nella base Msu (Multinational Specialized Unit) italiana dei Carabinieri, ma scoppiò all'ingresso provocando l'esplosione del deposito delle munizioni.

I due attentatori suicidi non riuscirono a penetrare all'interno della caserma dove avrebbero provocato una strage ancor più grande, grazie all’intervento del Carabiniere Andrea Filippa di guardia all’entrata della base maestrale.

Furono uccise 28 persone, tra Carabinieri, militari e civili.

I primi soccorsi furono prestati dai carabinieri stessi, dalla nuova polizia irachena e dei civili del luogo.

Nell’esplosione rimase anche coinvolta la troupe del regista Stefano Rolla che si trovava per girare un documentario sulla ricostruzione a Nassirya ad opera dei soldati italiani.

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