“Non esiste nessuna giustificazione alla violenza sulle donne”

la testimonianza dom 24 novembre 2019

Vasto ​Tanti studenti in un toccante e partecipato evento con la testimonianza di Assunta Bianco, sorella di Antonia vittima di femminicidio​

Attualità di Lea Di Scipio
2min
“Non esiste nessuna giustificazione alla violenza sulle donne” ©vastoweb.com
“Non esiste nessuna giustificazione alla violenza sulle donne” ©vastoweb.com

VASTO. Se vostra madre, vostra sorella o voi stesse subite una qualche forma di violenza contattatemi sui social o chiamate il numero dell’Associaizone Emily, 3311566701. Stalking o piccole molestie vanno denunciate. Antonia aveva tanta voglia di vivere, di lavorare e aveva aperto un'attività ed è stato allora che ha conosciuto quello che sarebbe diventato poi il suo assassino. Tutta la lunga serie di bugie sono venute alla luce alla fine della sua gravidanza, quando mia sorella scoprì che quest'uomo aveva un'altra vita. Ben due matrimoni alle spalle e altri sei figli. Antonia ha denunciato quest'uomo 15 volte. Finché il 13 febbraio, una giornata nevosa, mia sorella si reca sotto casa sua e lui, dopo una lite che li ha fatti cadere a terra, con un piccolo stiletto di 12 cm, un'arma bianca con cui andava in giro, le inferse una coltellata nel cuore”.

Questa la toccante testimonianza di Assunta Bianco, sorella di Antonia vittima di femminicidio.

Un grido di dolore che Assunta Bianco, fin da subito cerca di comunicare agli studenti, partendo dal racconto del vile gesto che ha strappato la vita ad Antonia.

Stamani 22 novembre, nell’Auditoriun del Liceo Pantini Pudente si è tenuto questo delicato, ma necessario appuntamento per parlare di violenza sulle donne.

Una mattinata in cui si sono alternati tanti studenti, prima quelli di Scienze Umane, del Liceo Artistico e del Les, poi quelli del Liceo Classico e Linguistico, per confrontarsi e ascoltare le parole di professionisti accorsi a dare loro le migliori delucidazioni possibile sul tema e scuoterli.

Presenti, quindi, la dirigente Anna Orstati, l’avvocato Giuseppina Fabretti presidente di Cammino Vasto e vicepresidente Emily Abruzzo, l'avvocato Concetta Di Stefano, vicepresidente cammino Vasto e associata Emily Abruzzo, e Luigi Gileno, psicologo e psicoterapeuta, con il suo intervento su “Il dolore dei figli superstiti delle vittime”.

Tante le domande sollevate dagli studenti, particolarmente attenti e desiderosi di poter condividere la propria opinione o chiedere consigli su come si possa individuare “dove sia la normalità e dove il problema nell’ambito di una relazione”.

“Amore non significa né controllo né possesso”, questa la risposta corale provenuta dal tavolo degli intervenuti per lanciare il messaggio ben racchiuso già nel titolo dell’evento, “Se fa male, non è amore”.

“E allora come faccio a capire che quel ragazzo può usarmi violenza”, questa una delle domande ricorrenti che i giovani hanno posto. “Se una persona limita la tua libertà, vuol dire che non sta avendo rispetto per te. Non bisogna avere paura di lasciare, perché sentirsi a disagio, sentire fastidio e non è la vera routine. Molte hanno anche paura di denunciare, perché pensano di non potersi sostentare da sole e quindi una delle chiavi è sicuramente quella di essere indipendenti”, afferma Fabretti.

E poi ancora, Gileno aggiunge: “denunciate, vi hanno detto. Ma le vittime spesso non sono consapevoli, però chi è vicino a loro, se denuncia, non è solo coraggioso, ma sta facendo un atto di giustizia”.

Infine, il messaggio alla scuola e ai docenti della presidente di Cammino Vasto: siamo qui perché vogliamo educarvi nel cuore. Invito i docenti ad aprire anche un dibattito in classe per rendere i giovani più consapevoli di questo problema. Spesso le vittime pensano di aver sbagliato, di aver messo una gonna troppo corta e quindi di meritare lo schiaffo. Denunciate questi casi di violenza, che non è solo fisica ma anche psicologica. L'obiettivo di Emily è quello di andare nelle scuole a dire che non esiste nessuna giustificazione”.

“Volevo solo ferirla e non ammazzarla, l’assassino si è difeso con queste parole”, ha raccontato Assunta Bianco.

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