L'allontanamento di Milena Santirocco era volontario: voleva farla finita
Altri Comuni, Vasto In un colloquio di circa 8 ore nel Commissariato, la donna ha modificato la versione dei fatti
LANCIANO. Non si è trattato di un sequestro di persona, ma di un allontanamento volontario con l’intenzione di farla finita.
Questo è quanto si è appreso dopo un lungo interrogatorio davanti al pm Silvia Di Nunzio e agli investigatori e poliziotti ieri nel Commissariato di Lanciano di Milena Santirocco.
La lancianese era scomparsa nel nulla dal pomeriggio di domenica 28 aprile da Torino di Sangro (Leggi) ed è improvvisamente riapparsa il 4 maggio scorso a Castel Volturno nel casertano (Leggi).
Dopo oltre cinque giorni di ricerche, coordinate dalla Prefettura di Chieti e poi estese anche a livello nazionale, la donna nella sera di sabato chiama da un bar del comune campano riferendo in un primo momento di essere stata sequestrata da uomini con l’intento di ucciderla in uno stagno.
“Milena non si è allontanata volontariamente da casa e dai suoi cari”, aveva dichiarato il legale di Milena Santirocco Antonio Cozza all’Ansa (Leggi).
Sta di fatto che poi nel colloquio tenutosi ieri durato circa 8 ore nel Commissariato di Lanciano la donna ha modificato la versione dei fatti precisando che si sarebbe allontanata per via di una situazione difficile a livello economico e familiare con l’intento di farla finita nelle acque della foce del Volturno.