Rigopiano, Mario Tinari: «Ci dispiace per questo ulteriore rinvio»

Slitta IL PROCESSO ven 27 settembre 2019

Vasto Il papà di Jessica: "Siamo quasi a tre anni dalla morte dei nostri cari e siamo ancora alle fasi preliminari del processo"

Cronaca di Federico Cosenza
2min
Mario Tinari in Tribunale a Pescara ©Vastoweb
Mario Tinari in Tribunale a Pescara ©Vastoweb

VASTO. E' stata rinviata per legittimi impedimenti l'udienza di oggi riguardante il processo sulla tragedia di Rigopiano, quella in cui persero la vita 29 persone. Tra loro c'era anche Jessica Tinari, figlia di Mario.

Quest'ultimo era presente in aula come i familiari delle altre vittime. Quasi tutti ancora una volta hanno indossato le maglie con i volti dei propri cari, altri le anno esposte.

Mario ha raccontato a Vastoweb con un po' di rammarico quanto accaduto in mattinata: "Ci dispiace tanto per questo ulteriore rinvio. Siamo quasi a tre anni dalla morte dei nostri cari e siamo ancora alle fasi preliminari del processo. Alcuni familiari, quelli più anziani, hanno paura di non vedere giustizia. Noi tutti dentro coviamo rabbia e dolore, ma la giustizia va ricercata nella aule di tribunale."

Intanto questa mattina uno degli imputati è stato aggredito da un familiare delle vittime. Si tratta dell'ex sindaco d Farindola Massimiliano Giancaterino che è stato raggiunto alle spalle da insulti e pugni mentre stava prendendo un caffè nel bar del tribunale di Pescara. Successivamente sono intervenuti gli operatori del 118 e le forze dell'ordine.

Proprio riguardo a questo episodio il Comitato delle Vittime "Rigopiano in attesa del Fiore" si dissocia da quanto accaduto oggi: "La verità e la giustizia vanno ricercate nelle aule dei tribunali con leggi regolamenti vigenti e comportamenti da cittadini facenti parte di uno Stato civile e democratico qualsiasi misura il dolore e la rabbia possono rappresentare. Non è facile sedere in un banco di Tribunale ed avere a pochi centimetri chi è chiamato a rispondere delle proprie responsabilità. Tuttavia la rabbia e il dolore, sentimenti seppur giustificati che ognuno dei parenti delle vittime nessuno escluso vive da 32 mesi, non possono e non devono sostituirsi ai giudici ed al nostro ordinamento giuridico.

Per ottenere ciò che tutti ci prefissiamo sin dal 18 gennaio 2017, oltre che di una pura e sana razionalità, occorre anche una serenità di intenti e di collaborazione univoca tra le parti: familiari, legali e giudici affinché l’obiettivo primario si raggiunga per tutti, ma soprattutto per quei genitori anziani, stanchi e già provati dalla immane tragedia che vedono invece allontanarsi sempre di più l’alba della verità dai loro orizzonti di vita a causa di inutili rinvii e non per cavilli burocratici.
Il far west e le vendette personali che non ci appartengono, non riporteranno mai in vita i nostri cari, anzi, genereranno solo altro inutile dolore al dolore già esistente di quelle mamme, papà, figli, fratelli e di quelle sorelle che soffrono il loro dramma in silenzio e lontano dai riflettori e dagli show televisivi.
Come Comitato vittime di Rigopiano, ribadiamo ancora una volta i nostri concetti e i nostri obiettivi nell’assoluta legalità e nel rispetto delle parti, condanniamo e ci dissociamo fermamente da ogni forma di violenza, protesta, azione o dichiarazione fuori da questi principi ed ideali che da sempre ci contraddistinguono.
Per dovere di cronaca e per futura memoria, precisiamo nuovamente che nessun familiare facente parte del Comitato vittime Rigopiano o parente di esso è responsabile o minimamente coinvolto nei fatti occorsi nella mattinata odierna al Tribunale di Pescara e che hanno per forza di cose, causato il rinvio dell’udienza preliminare tanto attesa da molti familiari che per l’occasione erano giunti anche da altre località d’Italia pur di essere presenti."

Va ricordato infatti che nel Comitato fanno parte 24 familiari delle vittime su 29 e che la donna che oggi ha compiuto l'aggressione non ne fa parte. Ora si tornerà in aula il prossimo 25 ottobre, questo quanto stabilito dalla magistratura.



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