"L'insegnamento di Don Lorenzo Milani è un modo alternativo di fare scuola"
Gissi Gli studenti dell'Istituto Omnicomprensivo Gissi alla scoperta del priore di Barbiana

GISSI. Gli alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado dell’Istituto Omnicomprensivo “G. Spataro” di Gissi, per il Maggio dei Libri, hanno letto l’opera di Eraldo Affinati, Il sogno di un’altra scuola Piemme 2019, per ricordare il centenario della nascita di Don Lorenzo Milani (27-05-1923/26-06-1967). La lettura, insieme alla visione di filmati, ha permesso di conoscere l’insegnamento del Priore di Barbiana e di riflettere sugli aspetti più significativi della sua missione. Attraverso dibattiti e discussioni e mediante il laboratorio di scrittura collettiva gli alunni hanno sintetizzato in questo modo l’eredità di Don Milani e le differenze tra la Scuola di Barbiana e la nostra Scuola:
"Don Lorenzo Milani ci ha lasciato degli insegnamenti di vita e un modo alternativo e divertente di fare scuola perché non si impara solo dai libri ma stando con gli altri. Ci ha insegnato che anche le persone meno fortunate e con meno possibilità devono studiare ugualmente come le persone agiate. Ci ha insegnato che la scuola non è solo come la vediamo oggi, ma deve avere più occasioni creative ed operative. La sua Scuola è diversa da quella tradizionale perché si studiava dodici ore al giorno per tutto l’anno, con tante attività manuali, come la falegnameria, perché si costruiva tutto ciò di cui si aveva bisogno; durante l’anno, periodicamente, si interrompevano gli studi quotidiani per conferenze e incontri con intellettuali, sindacalisti e politici. Don Lorenzo ha fondato dal nulla una Scuola Popolare per educare ed istruire i ragazzi analfabeti e poveri, figli di pecorai e di contadini, facendo capire che la Scuola è importante e che gli alunni devono essere altruisti e sempre pronti ad aiutare chi ha bisogno perché l’umiltà e l’altruismo sono le basi di una vita migliore per se stessi e per gli altri: “La Scuola è un luogo importante perché ci si prende cura gli uni degli altri”. Nella Scuola di Barbiana non si ha paura dei voti o degli insegnanti, non si boccia, ma si collabora gli uni con gli altri perché “La Scuola è il tempo della vita”.
Della scuola di Don Lorenzo ci ha colpito particolarmente il fatto che tutti gli studenti avevano la possibilità di imparare non solo a leggere e a scrivere, ma anche di costruirsi un futuro lavorativo. Don Lorenzo ci ha lasciato l’idea di combattere contro qualsiasi tipo di ingiustizia, la sua Scuola aveva l’obiettivo di formare dei bravi cittadini responsabili e sovrani, infatti non si lasciava nessuno indietro, il suo motto era I Care, m’importa, mi prendo cura e credo nelle capacità di tutti. Nella sua Scuola si scrivevano tante lettere, ora invece si usa lo smartphone per messaggiare. Don Milani, pur essendo un sacerdote, non partiva mai dal Vangelo per insegnare, ma partiva dall’insegnamento della lingua per arrivare a conoscere la Parola: “Se non diamo le parole per conoscere, come possono conoscere la Parola?” “Io so che vi occorre solo la lingua e la lingua è fatta delle parole di tutte le materie diverse messe insieme”, ecco perché a Barbiana si leggevano i giornali e si praticava la scrittura collettiva. Abbiamo compreso meglio il valore della Scuola e dello Studio da quanto afferma Don Lorenzo: “Devo tutto quello che so ai giovani operai e contadini cui ho fatto scuola. Quello che loro credevano di stare imparando da me, son io che l’ho imparato da loro. Io ho insegnato loro soltanto a esprimersi mentre loro mi hanno insegnato a vivere” e “La grandezza d’una vita non si misura dalla grandezza del luogo in cui s’è svolta, ma tutt’altre cose”.