Premio Vincenzo Dona 2023: la miglior tesi di laurea è del vastese Lorenzo Ruffilli

LA CERIMONIA lun 11 dicembre 2023

Vasto Il giovane è stato premiato per la sua tesi sul “Reversal Influencer Marketing”

Cultura e Società di La Redazione
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Premio Vincenzo Dona 2023:  la miglior tesi di laurea è del vastese Lorenzo Ruffilli ©businessintelligencegroup.it
Premio Vincenzo Dona 2023: la miglior tesi di laurea è del vastese Lorenzo Ruffilli ©businessintelligencegroup.it

VASTO. Il premio Vincenzo Dona è stato istituito dall’Unione Nazionale Consumatori nel 2007.

L’evento si svolge con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dello Sviluppo economico e del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. La manifestazione consiste in una mattinata dedicata ogni anno ad un tema diverso, in cui vari esponenti del settore intervengono e danno la loro opinione, il tutto intervallato dalla visione di immagini.

Come riportato da businessintelligencegroup.it l’edizione del 2023 ha avuto luogo presso il Museo dell’Ara Pacis a Roma nella giornata del 29 Novembre. Il tema scelto è stato “Ri-Gener-Azioni”: particolare attenzione è stata dedicata all’intelligenza artificialealle sfide attuali che le aziende devono affrontare e alle nuove generazioni. È stato proprio Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, a introdurre alcuni aspetti legati alla rigenerazione, seguito dall’intervento di Gianni Bientinesi, CEO di Business Intelligence Group, il cui ultimo libro (“Ri-Generazione-Bisogni e Sfide della Prossima Generazione”) è stato proprio incentrato su questo tema.

I giovani vincitori del premio per migliore tesi di laurea riguardo la tutela dei consumatori sono stati Giulia Anzelmo (Tesi: “Human to human marketing e il caso Spotify”) e il vastese Lorenzo Ruffilli (Tesi: “Reversal Influencer Marketing: Exploring the “Deinfluencing trend”).


"La mia tesi di laurea parte dall’analisi di quello che è un fenomeno che ormai sta spopolando, soprattutto dopo l’avvento di TikTok: l’influencer marketing" ha spiegato il ragazzo a businessintelligencegroup.it.

"Facendo delle ricerche, mi sono imbattuto in quello che è il deinfluencing, un trend portato avanti da persone che vengono chiamate deinfluencer, che parlano dei prodotti da esse utilizzati ma non ricevono compensi economici dai brand dei prodotti in questione. Una caratteristica importante di queste figure è che recensiscono i prodotti soltanto dopo averli provati, elencandone pro e contro sulla base della propria esperienza personale".

"L’obiettivo della ricerca - ha proseguito Ruffilli - è stato quello di indagare l’impatto che i deinfluencer hanno sul brand di cui recensiscono i prodotti e sui consumatori a cui è indirizzata la loro comunicazione. Ho utilizzato come caso concreto quello di Yepoda, un brand di skincare che ha deciso di fare una comunicazione aggressiva affermando che i propri prodotti fossero adatti ad ogni tipo di pelle e coinvolgendo numerosi influencers per lanciare questo messaggio. Queste figure hanno riportato quanto detto dal brand, ma sono intervenuti i deinfuencer, che si sono schierati contro questa pratica. Passando alla pratica, mi sono servito di un’indagine qualitativa, nello specifico di un focus group, al fine di investigare i momenti importanti della customer journey prima e dopo aver saputo dello “scandalo”, facendo quindi un confronto tra le due situazioni".

"Ciò che è emerso - ha chiosato - è che nessuno avrebbe più comprato prodotti di quel brand dopo aver saputo l’accaduto. Ho allargato il campione tramite un’indagine online, che ha confermato i risultati precedenti. Ciò che mi sta a cuore è che i brand utilizzino una comunicazione trasparente con i consumatori, non facendo passare i loro prodotti come perfetti, ma elencandone le caratteristiche in maniera completa. In azienda non si dovrebbe preferire sempre e soltanto il guadagno economico, ma bisognerebbe puntare ad una community fedele. Dal lato dei consumatori, la mia tesi di laurea ha avuto l’obiettivo di sensibilizzarli in modo da renderli consapevoli di queste strategie messe in atto da alcuni brand".

Sulla la scelta dell’argomento: "Mi è piaciuto l’argomento fin dalla prima volta che ne ho sentito parlare. Ritengo che sia un tema che ancora non ha una vasta risonanza e, quindi, mi piaceva l’idea di scrivere una tesi nuova e innovativa. A proposito della società odierna, ritengo che il deinfluencing non segni la fine dell’influencer marketing, che, anzi, secondo le stime continuerà a diffondersi. Tuttavia, credo che questo fenomeno di contrasto possa migliorare la modalità con cui le aziende collaborano con figure come gli influencer: dovrebbero, a mio avviso, lasciar loro carta bianca, farli essere autentici raccontando realmente la propria esperienza personale riguardante un certo prodotto".

Sui progetti futuri: "Da qualche mese lavoro per una società di consulenza per il marketing e, al tempo stesso, agenzia di marketing. È ciò che cercavo perché volevo avere un’esperienza il più possibile completa in questo settore. In futuro mi piacerebbe creare un mio progetto, sicuramente che abbia a che fare con il marketing".

Sul suo trascorso: "Ho studiato al liceo scientifico, anche se a quei tempi lo studio non era proprio una mia passione. Successivamente mi sono iscritto alla triennale di “Economia e gestione aziendale” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, dove ho proseguito gli studi iscrivendomi al corso magistrale di “Manaement of Innovation and Entrepeneurship”. Nel tempo libero la mia passione più grande è il calcio e mi piace anche andare in palestra e tenermi in forma".

Sul premio ricevuto: "Non mi aspettavo assolutamente di ricevere il premio per il concorso, è stato del tutto inaspettato e sono stato veramente felice quando ho sentito il mio nome. Il tema di quest’anno è senza dubbio attuale, anzi credo sia necessario renderlo noto anche alle giovani generazioni, coinvolgendole tramite un processo di sensibilizzazione all’interno delle Università.

Prendendo come spunto le interviste ai due giovani vincitori e il tema del concorso, comprendiamo come al giorno d’oggi non si possa più pensare di fare marketing senza mettere al centro le persone con i loro diritti, emozioni, sogni e ambizioni. A proposito di queste riflessioni, nel libro Le persone oltre i numeri, il Dott. Gianni Bientinesi tratta questa rivoluzione del marketing, che rappresenta una visione più organica, che tenga conto del consumatore da tutti i punti di vista. “Le persone vogliono essere protagoniste della propria vita, non si ‘accontentano’ più di essere dei ‘consumatori soddisfatti’”.

L’impegno sociale, in questo contesto, non può che diventare una prerogativa per le aziende, che devono puntare a conoscere cosa rende le persone felici, ascoltarle nell’ottica di renderle soddisfatte e di aumentare il loro benessere. In questo senso, Business Intelligence viene inteso come un approccio multidisciplinare volto a trasformare i clienti soddisfatti in persone felici. È una sfida da accettare, il mondo è in continuo cambiamento e non si può frenare la Rigenerazione, ma possiamo coglierne tutte le opportunità. (FONTE: businessintelligencegroup.it)

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