​ “Non ero iperattivo, ero svizzero”, l'incontro a San Salvo con l'autore Manuel Rossello

L’infanzia raccontata dai bambini ven 25 maggio 2018

San Salvo Presentato il libro presso la scuola prima di via De Vito

Cultura e Società di Antonia Schiavarelli
2min
​ “Non ero iperattivo, ero svizzero”, l'incontro a San Salvo con l'autore Manuel Rossello ©Vastoweb
​ “Non ero iperattivo, ero svizzero”, l'incontro a San Salvo con l'autore Manuel Rossello ©Vastoweb
Manuel Rosello a San Salvo presenta: “Non ero iperattivo, ero svizzero”

SAN SALVO. La presentazione di un libro “Non ero iperattivo, ero svizzero” presso la scuola primaria di via De Vito, ieri nel pomeriggio alla presenza di genitori ed insegnanti, è stata l’occasione per parlare dell’insegnamento e di come coltivare la memoria sia un esercizio importante anche da bambini.

Il curatore Manuel Rossello ospite dell’istituto sansalvese, ha spiegato come è nato il progetto, replicabile anche in altre scuole. “Il libro, ci spiega la dirigente Annarosa Costantini, è un insieme di racconti di studenti di una scuola media di Lugano, al quale era stato affidato il compito di scrivere una breve autobiografia, in non più di otto righe, è un compendio di storie buffe e al contempo tragiche, uno spaccato dell’infanzia dei nostri ragazzi, narrata da loro. La nostra scuola sprona alla lettura e alla scrittura, questa è una delle tante iniziative del nostro istituto. Lo scrivere e il leggere sono parte integrante non solo della formazione scolastica, la lettura offre quegli strumenti utili ad arricchire se stessi e ad avere una chiave di interpretazione del mondo”.

“Era sera. Io e i miei fratelli facevamo la lotta sul lettone. Poi arrivò nostro padre, saltò anche lui sul lettone e lo distrusse”.

“Una sera la maestra chiamò a casa per chiedere un colloquio a mia mamma. Durante l’incontro, saltò fuori che non sapevo ancora scrivere il mio nome. La mamma mi chiese come fosse possibile, visto che a casa ci riuscivo benissimo. Risposi che la maestra si divertiva tanto a scriverlo che non avevo alcun motivo per farlo io”.

“Eravamo nella mensa dell’asilo, e un bambino buttò per terra la mia fetta di pizza. Visto che ormai era sporca e non potevo più mangiarla, lo schiaffeggiai con la fetta”.

Queste sono solo alcune delle autobiografie raccolte da “Non ero iperattivo, ero svizzero”, che ha preso il titolo proprio da uno dei racconti in esso raccolti, quello di Simone.

“E’ noto che la scrittura a scuola è favorita più dall’applicazione di vincoli che dalla totale libertà”, afferma Rossello, “gli allievi sostenevano che fossero troppo giovani per poter scrivere qualcosa di minimamente significativo”, ma da queste storie emergono spaccati in cui chi legge in qualche modo si ritrova.

Queste brevi storie in qualche modo piacciono anche agli adulti perché come ha affermato il curatore Rossello, “A cosa servono, in fondo, queste piccole storie buffe e poetiche, se non ad affermare il nostro bisogno di continuare a credere che un bacile da barbiere possa trasformarsi nell’elmo di Mambrino?”.

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