Ripensare la “domanda sull'essere”: Esposito racconta Heiddeger

festival della filosofia mar 18 dicembre 2018

Vasto "Da Essere e Tempo ai Quaderni neri"

Cultura e Società di Sara Del Vecchio
2min
Costantino Esposito al Festival della Filosofia ©Vastoweb
Costantino Esposito al Festival della Filosofia ©Vastoweb

VASTO. Uno dei massimi studiosi di Martin Heidegger - filosofo tedesco contemporaneo - è stato ospite ieri sera al Festival di Cultura, Filosofia e Politica. Si tratta di Costantino Esposito, docente ordinario presso l'Università di Bari che, sollecitato da Davide D'Alessandro, ha tenuto alta l'attenzione dei presenti per oltre un'ora. Il dibattito si è incentrato sul tema "Da Essere e Tempo ai Quaderni neri".

Chi è stato Martin Heiddeger? Di certo uno dei pensatori più complessi del nostro tempo. Ma non solo, è stato colui che ha offerto un nuovo modo di guardare la realtà, a partire della domanda che sorge in noi, che non rappresenta solo un'urgenza da superare. Il domandare è infatti il carattere del nostro stare al mondo, è l'apertura sempre presente alla comprensione del senso ultimo della realtà.

Chi è che pone domande? E' l'uomo, che per Heiddeger è un ente fra gli enti anche se non deve considerarsi tale, perché diversamente dalle cose egli non è pienamente compiuto, è continua possibilità, apertura, eccedenza. La realtà dell'uomo coincide con il suo essere possibile, non ci sarà mai un momento di perfetta realizzazione. Il nostro essere è sempre una ex-esistenza, cioè uno stare fuori. In questo senso l'uomo esiste, al contrario delle cose, che ci sono per poter essere manipolate, interpretate.

Il professor Esposito ha illustrato anche la concezione heideggeriana di modernità, come perdita del significato irriducibile delle cose, come un cogliere in esse la sola immagine che ce ne facciamo, ciò che ne possiamo dire. Per Heiddeger le cose esistono in quanto possiamo piegarle ai nostri scopi, esistono in una dimensione tecnica che è quella in cui si disvelano, dimensione oltre la quale rimane qualcosa di indicibile, lo spazio della domanda sull'essere, mai afferrabile.


Ma se il pensatore tedesco aveva ben chiaro che le cose sono tali, diversamente dall'uomo, com'è stato possibile che abbia aderito al nazionalsocialismo? Il suo "errore politico", così lo definisce Esposito, nascondeva la convinzione che il movimento potesse rappresentare una possibilità di riscatto per il popolo tedesco dopo la prima Guerra mondiale. Nei Quaderni neri Heidegger prende violentemente posizione nei confronti della tradizione filosofica precedente, ma soprattutto nei confronti del cristianesimo. Questo diventa ciò che annichilisce la vocazione alla domanda sull'essere, l'impedimento maggiore al porre la domanda sul senso delle cose a causa di una dogmatica che ha già chiuso in sé ogni risposta.

Impossibile riassumere in poche parole gli spunti emersi durante la lezione magistrale di Costantino Esposito, ma di certo, e consapevolmente, la riflessione dei presenti si è collocata in quello spazio che ci chiama in causa quotidianamente, che ci interpella come esseri gettati nel mondo, come "esseri-per-la-morte".


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