Il coro “Le Voci del Vastese”: intervista alla direttrice Maria Del Bianco

VASTO. Cos’è un coro? Tante sono le definizioni accademiche che danno un'idea ben strutturata di cosa significhi ‘fare musica all'interno di un gruppo’ guidato.

Ognuna di queste definizioni, però, risulterebbe comunque riduttiva di fronte a quell’esperienza che davvero si vive facendone parte.

Per capire bisognerebbe, quindi, impegnarsi nelle tante ore di prove estenuanti o sentirsi pervadere da quell’emozione che salta in gola, a chi più e a chi meno, quando si sale su un altare piuttosto che su un palco per esibirsi.

Avere tante persone davanti, desiderose di ascoltare e animate da molteplici aspettative, suscita orgoglio, ma anche tanta agitazione.

Di contro, però, c’è quell’impagabile mix di amicizia e complicità, che alleggerisce la tensione e regala momenti di spensieratezza e allegria, nel contorno della condivisione di una passione, quella del canto.

Tanti sono i cori presenti in città. Tra questi quello de “Le voci del vastese” merita che gli sia dedicata una pagina, perché nasce proprio in seno all’Università delle Tre Età.

Abbiamo incontrato la maestra Maria Del Bianco per farci raccontare qualche piccola pillola di questa avventura iniziata circa un anno fa.

Il coro "Le Voci del Coro del Vastese" da quali e quanti componenti è formato e che tipo di musica propone?

Questo coro ha ad oggi assunto uno sviluppo abbastanza consistente, raggiungendo circa 30 unità con un’età che va dai 15 anni agli 80 anni. Tuttora stiamo continuando a crescere, grazie alla collaborazione di tante associazioni, come per esempio l’Università delle Tre Età. Accogliamo persone provenienti da diverse realtà culturali come anche da cori che si sono sciolti. Abbiamo anche stretto un legame con alcune personalità musicali del territorio e abbiamo anche accolto dei musicisti che si sono voluti aggregare per darci un sostegno per la parte strumentale.

Che genere di musica propone?

Il tipo di musica è molto vario, si va dal classico natalizio ad alcune canzoni di polifonia, dal sacro fino al repertorio folk. Non abbiamo particolari preclusioni, così da accontentare i gusti eterogenei del pubblico, ma anche e soprattutto quelli dei coristi, che amano sperimentarsi.

Come definirebbe la sua direzione, quali le peculiarità?

La caratteristica è quella di uno studio in itinere e costante. Come si dice siamo in formazione continua. La mia peculiarità è quella di avere tanta buona volontà, nonché di mettere a frutto la competenza, perché sono laureata in direzione di coro e quindi per me è anche una palestra dato che finora mi sono occupata prevalentemente di insegnare pianoforte.

Finora il coro ha collezionato molti successi, qual è la formula che lo contraddistingue e perché piace così tanto?

I successi sono molto freschi e noi ci auguriamo di collezionare molti altri. A Maggio 2019 abbiamo partecipato ad un concorso nazionale presso il Teatro Marrucino classificandoci tra i primi posti. Inoltre, insieme all’Associazione “G. Raimondi” di Scerni abbiamo svolto due progetti natalizi in collaborazione con la Regione Abruzzo alla riscoperta dei canti tradizionali abruzzesi.

Quali generi di accompagnamento utilizzate e quali sono state finora le collaborazioni di cui vi siete avvalsi?

Tastiera, pianoforte e poi ultimamente per accompagnare i brani un po' più impegnativi abbiamo implementato violini, percussioni, flauto traverso e per il folk la fisarmonica