​Cosa accadde l'8 settembre 1943 nelle parole dell'ex dirigente Nicolangelo D'Adamo

Storia mer 09 settembre 2020

Vasto Furono momenti e giorni terribili!

Cultura e Società di Lea Di Scipio
2min
​Cosa accadde l'8 settembre 1943 nelle parole dell'ex dirigente Nicolangelo D'Adamo ©personale - web
​Cosa accadde l'8 settembre 1943 nelle parole dell'ex dirigente Nicolangelo D'Adamo ©personale - web

VASTO. Oggi ricorre una data storicamente molto importante. L'8 settembre 1943, infatti, ci fu la resa dell'Italia che firmò l'armistizio con gli Alleati.

Abbiamo per l’occasione intervistato il professor Nicolangelo D'Adamo, ex dirigente scolastico vastese particolarmente appasianato di Storia.

Cosa accadde in questa data?

L’otto settembre ci ricorda l’annuncio dell’armistizio, la resa dell’Italia nel secondo conflitto mondiale. Quest'ultima in verità era iniziata il 25 luglio del 1943, quando la guerra a fianco della Germania ormai volgeva al peggio e Vittorio Emanuele III, in accordo con parte dei gerarchi fascisti (la maggioranza del Gran Consiglio tra cui Galeazzo Ciano, genero del Duce), revocò il mandato a Mussolini e lo fece arrestare, affidando il governo al maresciallo Pietro Badoglio.

Da subito il nuovo Governo iniziò i contatti con gli Alleati per chiudere la partita. E, dopo più di un mese si arrivò all’annuncio dell'armistizio di Cassibile (Siracusa) l'8 settembre 1943 (però l’armistizio era già stato firmato il 3 settembre).

L’ Italia precipitò nel caos!

Cosa fece il Re Vittorio Emanuele II?

Vittorio Emanuele III, il re fellone, la corte ed il governo Badoglio fuggirono da Roma all’alba del 9 settembre (per timore di essere arrestati dalle forze tedesche, scese in massa in Italia dopo l’arresto di Mussolini) per rifugiarsi a Brindisi, libera dal controllo dei nazisti e che sarà in breve raggiunta dall'avanzata degli angloamericani. Per evitare cattivi incontri, quell’anonimo corteo di macchine pensò di dirigersi verso un porto secondario e la scelta cadde su Pescara. Per il pernottamento, invece, la corte scelse il castello di Crecchio, di proprietà dei duchi di Bovino. La mattina seguente, avvertiti che a Pescara c’erano movimenti di piazza, si preferì imbarcarsi nel porto di Ortona.

L'esercito nel suo complesso, privo di ordini, sbandò e venne rapidamente disarmato dalle truppe tedesche (600.000 prigionieri, ma trattati come “internati”, e quindi non soggetti alla Convenzione di Ginevra, difatti a migliaia furono impiegati come operai) e il Paese si trovò diviso in due: il Regno del sud, già liberato dagli alleati, formalmente sotto la sovranità sabauda, e il nord controllato dai nazisti.

Furono momenti e giorni terribili! Mio padre, imbarcato sul cacciatorpediniere “Bolzano”, alla fonda nel porto di La Spezia, mi raccontò che la mattina dell’8 settembre il comandante, in lacrime, salutò i soldati e li invitò a mettersi in salvo!

Cosa accadde in seguito?

Le sofferenze, i lutti , le rappresaglie caratterizzarono i mesi successivi: iniziava una nuova guerra peggiore di quella precedente perché combattuta nelle città e nelle strade italiane. Bisognerà aspettare il 25 aprile del 1945 per raggiungere la pace vera e con essa la fine del Fascismo e del suo Capo.

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