Se la sanità pubblica non funziona bene non è colpa di medici e infermieri

LA RIFLESSIONE sab 17 febbraio 2024

Vasto Schael annuncia l'arrivo di nuove assunzioni in Pronto soccorso e di un concorso per anestesisti

Editoriale di Federico Cosenza
2min
Ospedale San Pio ©Vastoweb
Ospedale San Pio ©Vastoweb

VASTO. Lunghe liste di attesa per una visita specialistica o per una tac, prenotazioni facilitate solo in intramoenia, code interminabili al Pronto soccorso, ricoveri e operazioni che vengono rimandate per carenza di anestesisti con due sole operazioni a settimana eseguite (Leggi).

Questi sono solo alcuni degli esempi delle continue segnalazioni che riceviamo da utenti e pazienti del San Pio.

Sia chiaro il problema non riguarda solo il nosocomio Vastese, ma è una situazione generalizzata a livello regionale e nazionale.

E quindi da dove nascono questi disagi e disservizi?

All’interno di un bilancio regionale il capitolo della sanità riveste chiaramente un ruolo importante essendo una delle voci più rilevanti.

Nel corso degli ultimi 20 anni abbiamo assistito ad un taglio netto delle prestazioni sanitarie del servizio pubblico. Una scelta necessaria per cercare di ridurre i costi soprattutto in quelle regioni commissariate, come lo è stato l’Abruzzo dal 2008 al 2016, ma che è diventata una vera mannaia per i cittadini che sono costretti sempre più a ricorrere a prestazioni private a pagamento.

Sempre più reparti di eccellenza vengono chiusi dall’oggi al domani perché il primario di turno va in pensione e non viene sostituito.

Medici e infermieri molto spesso sono costretti ad operare in continua emergenza perché si registra una carenza di personale sanitario cronica.

I doppi turni in molti reparti sono diventati la regola e non l’eccezione e questo si tramuta in una qualità del lavoro meno efficiente.

Perché manca il personale sanitario? Perché da oltre 10 anni è stato bloccato il turnover. I medici e gli infermieri non vengono sostituiti e a volte si preferisce strapagare esterni gettonisti e non valorizzare la professione del Servizio sanitario nazionale.

Non va meglio in termini di attrezzature sanitarie, molte sono obsolete e non permettono una corretta diagnosi in tempi ragionevoli.

Se non bastasse tutto ciò il personale sanitario non di rado subisce anche aggressioni verbali e fisiche da parte degli utenti che non vedono evase le loro richieste di cure e che perdono il lume della ragione.

Ebbene abbiamo accolto con molto entusiasmo la notizia della realizzazione del nuovo ospedale di Vasto che dovrebbe essere realizzato in 7 anni e con una spesa di circa 150 milioni di euro (Leggi), ma non vorremmo che si tramuti in una cattedrale nel deserto senza le dovute garanzie per chi dovrà operarvi.

Infine una riflessione andrebbe fatta anche sul ruolo del direttore generale delle Asl e sulla sua nomina.

Infatti finché quest’ultimo sarà nominato dalla politica appare evidente come il rapporto tra indirizzo politico regionale e gestione delle aziende sanitarie possa avere un confine labile che possa sfociare anche in un conflitto di interessi.

Per questa ragione occorrerebbe una legge che valorizzi il merito, prevedendo apposite procedure a livello nazionale basate su specifici requisiti di ingresso e in grado così di migliorare l’efficienza che deve contraddistinguere la managerialità del direttore generale nella difficile governance di una struttura sanitaria.

Intanto un piccolo spiraglio di luce per il San Pio arriva proprio dall'ultima visita in città del Direttore generale della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, Thomas Schael. Quest'ultimo, in visita a Vasto per la consegna di una nuova ambulanza, ha annunciato l'arrivo di nuove assunzioni in Pronto soccorso e di un concorso per anestesisti (Leggi).

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