Uno Stato forte con i deboli e debole con i forti: il fallimento della democrazia

l'analisi mer 28 febbraio 2024
Editoriale di Federico Cosenza
1min
Manifestazione dopo gli scontri di Pisa e Firenze ©Ansa
Manifestazione dopo gli scontri di Pisa e Firenze ©Ansa

VASTO. Uno Stato forte con i deboli e debole con i forti, è questa la prima sensazione che si ha se si cerca di analizzare i fatti di Pisa e Firenze, ovvero quelli che hanno visto come protagonisti o forse meglio dire come vittime gli studenti del corteo Pro Palestina.

La violenza di quelle immagini aprono uno squarcio indelebile nelle coscienze di tutti. Quei ragazzi potevano essere i nostri fratelli, i nostri figli e quanto accaduto per citare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è chiaramente “un fallimento”.

Si un fallimento della democrazia, della libertà di pensiero, degli ideali. Colpire con i manganelli degli studenti che manifestavano pacificamente, anche se in un corteo non autorizzato, è chiaramente frutto di una deriva culturale.

Come si arriva a ciò? Ci si arriva con l’utilizzo quotidiano di linguaggi che istigano alla violenza e di cui oggi la politica populista è piena, ci si arriva con l’incapacità di costruire un dialogo e di aprire un confronto dialettico.

Quanto accaduto fa riflettere. Non sono da condannare gli uomini dello Stato chiamati a fare il loro lavoro e ad eseguire ordini. Sono anch’essi padri di famiglia e solo il braccio di chi ha ordinato questa follia.

Il problema è a monte e nasce lì dove si banalizza sull’accaduto, dove si nasconde la polvere sotto il tappeto, lì dove quanto successo viene giustificato e difeso come fosse normalità.

Quegli studenti in piazza rappresentano il nostro futuro, sono l’esempio di chi crede in un ideale, di chi lotta per i propri diritti e per quelli altrui, sono delle margherite in una distesa di rovi.

Quelle manganellate sono figlie di un paese che non accetta il confronto, che non lascia spazio agli ultimi, che emargina e non integra, che divide invece di unire.

La stessa energia e veemenza con cui ci si è scagliati contro quei ragazzi dovrebbe essere utilizzata per garantire lo stato di diritto, per reprimere la criminalità e per farci sentire tutti almeno una volta tutelati e non vittime del più forte.

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