L'Italia fuori dai mondiali: "Figuraccia figlia di egoismi e di chi cura solo il suo orticello"
Editoriale
di
redazione
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VASTO. Dopo 60 anni di ininterrotta partecipazione ai mondiali di calcio, che nel prossimo anno si terranno in Russia, L'Italia, pluricampione del mondo, non scenderà in campo. Da immaginare lo scoramento che lunedì sera al fischio finale del direttore di gara spagnolo ha pervaso tutti gli italiani, anche chi di calcio ne mastica poco perché volente o nolente esso è un fatto sociale che in un modo o in un altro coinvolge tutti. Ecco che allora abbiamo chiesto in giro ad alcuni tifosi di esternarci il loro stato d'animo: inutile dire che il bersaglio maggiormente colpito risponde al nome del CT Ventura, il cui cognome si presta bene a varie battute. Abbiamo raccolto il parere di diversi tifosi azzurri: Alberto dice: "Premesso che parliamo sempre di sport, purtroppo questo è uno dei segnali di ulteriore decadimento della nostra identità nazionale. La colpa non è di Ventura, ma dei tifosi che in verità vivono soltanto di club, dei giocatori che vivono solo per i soldi ed incarnano un Paese come l'Italia che vive di egoismi e cura solo il proprio orticello. Rappresentare il nostro Paese dovrebbe essere un punto d'onore e non un peso come spesso per loro accade, piegati esclusivamente agli interessi dei club. Perfino Piqué quando gioca con la nazionale spagnola si impegna allo spasimo pur essendo e sentendosi esclusivamente catalano. Sostanzialmente, secondo me, siamo fuori non in virtù di un gap tecnico inferiore, bensì in virtù di un gap di senso di appartenenza ad una nazione. Detto questo, per me un mondiale senza l'Italia è un momento di tristezza perché la partita non ti unisce soltanto per l'aspetto sportivo, ma è anche momento di aggregazione e di condivisione per tutti. Mancherà il ritrovo per una festa così come anche i locali pubblici perderanno un'occasione di guadagno". Filippo: "La non partecipazione ai mondiali per l’Italia significa anche una perdita economica: penso alle agenzie di viaggio, penso ai pub che non avranno l'afflusso che potevano avere trasmettendo le partite per tutti, penso anche alla mia attività di gastronomia da asporto che ne risentirà nel suo piccolo. Insomma ne risentiremo non solo dal punto di vista sportivo. Barbara: "Tristezza, vuoto, nostalgia. Sono delusa ed arrabbiata con questi sciocchi che ci stanno togliendo anche le passioni e all'inizio dei mondiali non vorrei essere Italiana. Nicola: "Potrei dire tante brutte parole, forse allora è meglio non parlare. Può essere colpa dell'allenatore, dei giocatori, della federazione, dei troppi stranieri, ma la cosa certa è il totale fallimento di tutta la società intesa come Nazione.” Tony: "Per noi sportivi non è la non partecipazione ad un mondiale, ma la sconfitta per l'Italia intera." Antonio: "Bisogna prendere coscienza che il calcio italiano è alla frutta. C’è solo interesse e business”. Gino: "Che assurdità: i milionari fuori dal Mondiale". Ora, anche se la delusione e la tristezza di non vivere le solite “notti magiche” in piazza, al bar e ovunque ci sia uno schermo con la partita, sono ancora troppo forti, bisogna pensare che la nostra Nazionale di calcio sarà in grado di azzerare e ripartire più forte di prima! Di Michele Trombetta