Manovra, Sbarra (Cisl): «Ripartire da investimenti o si mette il paese a rischio»

ven 16 novembre 2018

Vasto Conferenza della Cisl Abruzzo Molise sui servizi in rete «Per la Persona e per il lavoro»

Flash News di La Redazione
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Luigi Sbarra ©Cisl
Luigi Sbarra ©Cisl

FRANCAVILLA A MARE. “Il riscatto nazionale esige la crescita, e la crescita invoca nuovi investimenti pubblici in infrastrutture, politica industriale , innovazione e formazione , coesione e lavoro produttivo. Non c’è alternativa: ignorare questa priorità significa mettere il Paese a rischio. La Manovra può ancora essere modificata, lo si faccia aprendo finalmente alle proposte unitarie del sindacato e al confronto con le parti sociali”.

Lo ha detto Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl, a margine della Conferenza sui Servizi in Rete della Usr Abruzzo-Molise, organizzata oggi a Francavilla a Mare in provincia di Chieti.

“In questi mesi – ha aggiunto il numero due del sindacato di via Po - torniamo a fare i conti con dati economici molto negativi, specialmente se proiettati alla luce delle inadeguatezze della Finanziaria”. Numeri che parlano “di un peggioramento quantitativo e qualitativo del mercato del lavoro, riduzione di produzione e fatturato industriale ,rallentamento dei consumi, di un rapporto deficit/Pil destinato a toccare il 3 per cento nel 2019. Nodi che appartengono alla stessa questione di fondo: uno sviluppo bloccato da investimenti pubblici insufficienti e da inadeguate strategie di rilancio del lavoro e delle politiche di coesione”.

Per questo, ha sottolineato Sbarra illustrando i contenuti della Piattaforma unitaria sindacale, “è urgente che la Legge di Bilancio cambi, con un impulso nelle strategie industriali e infrastrutturali, nel rilancio di ricerca e innovazione, nell’investimento su Scuola, competenze, pubblica amministrazione, mercato del lavoro”. Non si tratta di ridurre la spesa, “ma piuttosto di qualificarla per generare crescita e alzare quel denominatore che eleva il nostro indebitamento”. Per la Cisl “non è con il solo Reddito di Cittadinanza che si risolvono questi problemi , specialmente al Sud, dove questo strumento si traduce in una formula dal sapore assistenzialista”.

Vanno invece “abbattute diseconomie strutturali che frenano le aree deboli, onorati i rinnovi dei contratti pubblici, alleggerito il carico fiscale sui redditi medio-bassi da lavoro e da pensione, rilanciati i servizi per la non autosufficienza e gli strumenti di politica attiva per includere nel mercato del lavoro milioni di giovani e donne”. Serve un grande piano straordinario di messa in sicurezza del territorio tarato su prevenzione , programmazione degli interventi per contrastare fenomeni di dissesto idrogeologico e rischio sismico . Su previdenza e pensioni, poi, “dobbiamo andare oltre frasi ad effetto e gli slogan su quota 100, scongiurare decurtazioni e penalità e avviare un confronto con il sindacato”.

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