Forno crematorio a San Salvo, è lite in Consiglio comunale sulla dislocazione
San Salvo, San Salvo L'opposizione chiede una collocazione diversa per il forno che verrebbe posto a poche decine di metri dal centro abitato
SAN SALVO. E' approdata ieri in Consiglio comunale la discussione sulla fattibilità di un forno crematorio in prossimità del cimitero comunale. Servirà una variante al piano regolatore con conseguente esproprio di terreni privati, per consentirne la costruzione.
Da qui la discussione si è spostata sull'opportunità di costruire quello che l'opposizione ha definito un "inceneritore", in un'area che sarà nei prossimi due anni ad alta densità abitativa, considerando anche la costruzione del Nuovo Polo scolastico a poche centinaia di metri.
Nessuno degli interventi è stato contrario alla costruzione di quello che tutti hanno definito una opportunità ulteriore di scelta su come essere sepolti una volta morta, ciò che ha fatto molto discutere è stata la sua dislocazione.
Secondo il sindaco Tiziana Magnacca, i fumi prodotti da un forno crematorio sono alla stregua dei fumi prodotti da una qualunque caldaia domestica e la sua dislocazione in quel sito è necessaria perchè la costruzione deve avvenire in "area cimiteriale", di avviso opposto il dottor Gianni Mariotti del Partito Democratico.
E' stata comunque accettata dal consiglio comunale l'opportunità di introdurre una "Valutazione di Impatto Ambientale" che la società che andrà a costruire in project financing la struttura sarà tenuta ad avere per poter proseguire con i lavori. La VIA che viene rilasciata dagli uffici tecnici regionali che valutano gli impatti ambientali di un'opera, il cui progetto deve essere sottoposto ad autorizzazione.
I forni crematori hanno avuto poco sviluppo proprio per i timori di possibili inquinamenti, si consideri che in queste strutture non vengono cremati solo i cittadini di una città, ma è aperto all'utilizzo a tutti coloro che ne facciano richiesta. In Abruzzo non ci sono forni crematori, l'ultima richiesta è stata fatta a Francavilla al mare, ma dopo le proteste dei cittadini della contrada in cui il forno sarebbe stato costruito, con i timori di inquinamento per le coltivazioni ivi esistenti, il consiglio comunale ha ritenuto opportuno ritirare il provvedimento.
Si consideri che nel sud Italia fatta eccezione di un forno in Puglia e quattro in Campania, non esistono altre strutture.