Cbi di Gissi, lavoratori in agitazione: «E' una situazione surreale, 31 famiglie a rischio»
Gissi "Abbiamo chiesto degli incontri all'azienda, ma ciò non è mai avvenuto"
GISSI. Sono in stato di agitazione i lavoratori della Cbi di Gissi, che ieri hanno dato il via ad uno sciopero davanti la fabbrica. A preoccupare è l'incertezza sul futuro dell'azienda situata nella zona industriale della Val Sinello e su cui al momento non è stata fatta nessuna chiarezza da parte della proprietà.
Il sindacalista della Fiom-Cgil, Carmine Torricella, ha dichiarato: "La Cbi di Gissi vive una situazione surreale. Per sentito dire pare ne abbiano deciso la chiusura. Alle nostre richieste d'incontro nessuno ha mai dato riscontro. Intanto quella che è una notizia trapelata rischia di diventare realtà. Che fare allora ? Martedì scorso in assemblea abbiamo deciso un pacchetto di 10 ore di sciopero in aggiunta alle 8 previste per venerdì prossimo. Le prime due ore del pacchetto le abbiamo fatto per sera dalle 15 alle 17. È chiaro che chi poteva avrebbe avuto tutto il tempo per contattarci, purtroppo ad oggi niente."
Per Angelo Angelucci, della Fim-Cisl, ha affermato: "Siamo davanti ad un caso anomalo. Da tempo abbiamo chiesto degli incontri all'azienda, ma ciò non è mai avvenuto. E' a rischio il destino di 31 famiglie, più circa 50 che lavorano nell'indotto dove erano state esternalizzate alcune lavorazioni. E' una azienda che ha fatto sempre utili con un ottimo fatturato e con poco personale. Tra l'altro qui i capannoni sono anche di proprietà, può darsi che la scelta sia dovuta per una questione di logistica. Al momento ci sono delle voci di chiusura che dall'azienda non trovano conferma. E' questo un fatto gravissimo. Venerdì prossimo ci sarà un altro sciopero davanti i cancelli in concomitanza con quello nazionale. C'è tanta delusione e rabbia perché niente tagliato uno dei migliori stabilimenti".