«Domanda, offerta e infrastrutture», i tre tavoli aperti da Patuanelli sull'automotive

Il dibattito ven 07 febbraio 2020
Lavoro ed Economia di La Redazione
4min
Stabilimento Sevel Val di Sangro ©SanSalvoWeb
Stabilimento Sevel Val di Sangro ©SanSalvoWeb

ATESSA. Il 2020 è un anno decisivo per le sorti dell’automotive in Italia. Soprattutto per la fusione tra Fca e Psa, che dovrà poi culminare nel 2021. Se ne discute localmente e anche a livello politico nazionale. Sugli elementi e le iniziative in ordine al progetto di fusione tra Fiat e Peugeot, nell'ottica di una politica industriale che riaffermi il carattere strategico del settore automobilistico si è dibattuto alla Camera, per iniziativa della deputata azzurra Claudia Porchietto, che ha presentato una interrogazione a risposta immediata al Ministro del Mise Patuanelli. «Il 18 dicembre, come lei sa molto bene, c'è stato un consiglio di sorveglianza, Peugeot e Fiat-Chrysler, che ha approvato un memorandum d'intesa che è vincolante e propedeutico per la fusione. Nascerà da questa fusione il quarto produttore internazionale di auto: 8,7 milioni di auto immatricolate ogni anno (si spera, mi permetto di dire).

La governance di questo futuro nuovo colosso dell'auto prevede 5 consiglieri di estrazione Psa, 5 consiglieri Fca, ma l'undicesimo consigliere - l'amministratore delegato - sarà di nomina Peugeot e sarà appunto Carlos Tavares, persona molto conosciuta nel settore che ha effettuato una grande operazione di ristrutturazione. Lei, Ministro, ha convocato tre tavoli in queste settimane, sta lavorando alacremente su questo tema, anche se le prospettive del mercato sappiamo che non sono facili, soprattutto adesso dopo il tema del Coronavirus. Ecco, noi quello che vorremmo capire, con lei e con il Governo, è se non ritenga opportuno costruire un'ampia strategia rispetto al principale settore manifatturiero dell'auto; e soprattutto… Vorremmo capire come pensa di costruire una politica industriale sull'indotto, rivolta a creare competitività, attrarre capitali e anche aiutare le imprese magari a fusioni ed acquisizioni in questo settore».

Per il Ministro dello Sviluppo economico pentastellato Fabrizio Patuanelli si toccano due temi che sostanzialmente si intersecano: da un lato la grande fusione tra Fca e il gruppo Peugeot, dall'altra parte il tema automotive in generale, una filiera che ha un profondo radicamento nel nostro tessuto imprenditoriale e industriale. «Da un lato abbiamo avuto pubbliche e ampie rassicurazioni rispetto agli investimenti del piano industriale che Fca sta attuando nel nostro Paese, che vengono confermati; ovviamente sarà compito del Governo monitorare come sempre l'attuazione dei piani industriali e non abbiamo motivo di preoccupazione in questo senso. Dall'altra parte abbiamo certamente un settore che è profondamente toccato dalla transizione, cioè dalla propulsione endotermica alla trazione elettrica.

Questo tema, che è un macro-obiettivo europeo, riguarda le emissioni e quindi la possibilità che il settore dei trasporti contribuisca al raggiungimento degli obiettivi in termini di emissioni di CO2, che noi abbiamo fissato anche nel Pniec che a dicembre abbiamo consegnato alla Commissione europea, all'Unione europea, e questo porterà certamente ad una necessità di transizione anche dei settori sottostanti alla produzione di automobili. Dirò di più: credo sia un settore dove le nuove tecnologie porteranno un profondo mutamento della mobilità in termini di richiesta di mobilità e non di automezzi. È probabile che in un futuro molto vicino noi avremo a disposizione delle app che ci consentano di far arrivare una macchina a guida probabilmente assistita e probabilmente elettrica, e con uno sharing naturale ci porteranno da altre parti; quindi noi acquisteremo mobilità e l'automobile diventerà una commodity e non un bene ad acquisto diretto. Questo ci fa riflettere sulla necessità oggi di avere una strategia a medio-lungo termine, che stiamo elaborando assieme ovviamente a tutti gli stakeholder e ai portatori di interesse su questo specifico settore industriale, che è centrale per il nostro Paese. Abbiamo convocato il tavolo automotive, inizialmente un tavolo complessivo, per poi suddividerlo in tre sotto-tavoli tematici: uno che agisce sulla domanda, uno sulle infrastrutture a rete e l'altro sull'offerta.

Da questo percorso nascerà tutta la visione che il Ministero dello sviluppo economico e il Governo nel suo complesso adotteranno per gli interventi anche incentivanti nel settore automotive, che deve assolutamente mettere al centro una filiera che per il nostro Paese e per il nostro tessuto industriale è fondamentale». Una risposta che ha suscitato la replica, da copione, della Porchietto. «Ministro, guardi, anche noi non siamo preoccupati in questo momento rispetto alla garanzia degli investimenti che il gruppo Fca aveva già garantito lo scorso anno, i famosi 5 miliardi di euro che stanno già investendo; siamo un po' più preoccupati invece per quanto riguarda le politiche industriali legate alla filiera e quindi all'indotto dell'auto. Le spiego velocemente i motivi. Noi abbiamo due grandi competitor in Europa che vorremmo che diventassero alleati, ma che in questo momento non lo sono: la filiera dell'auto francese e la filiera dell'auto tedesca.

Tra l'altro, il problema che noi vediamo è che sappiamo che ci sono già questi Ipcei, che sono questi importanti progetti strategici europei che hanno già bandito una serie di interventi significativi, hanno autorizzato il Governo italiano ad investire fuori dagli aiuti di Stato 1 miliardo di euro, quindi una cifra significativa, che però dovrà essere in realtà confermata sulle leggi di bilancio europee; quindi vorremmo capire anche chi si occuperà di attenzionare il Governo europeo rispetto ad un tema che per noi è dirimente. Stanno per partire nuovi Ipcei soprattutto sul tema dell'automobile green e del connected sull'idrogeno, però non ne sentiamo parlare di questo. Soprattutto, Ministro, il primo tavolo, che si è tenuto ieri, era il tavolo legato alla domanda ed è stato un tavolo molto interlocutorio in cui tante sono state le parti che sono intervenute; a chiusura, i rappresentanti del Ministero hanno detto laconicamente: raccoglieremo le informazioni e faremo un dossier. Ministro, non abbiamo bisogno di dossier perché lo conosciamo molto bene quel settore, soprattutto lo conoscono molto bene le imprese. Abbiamo bisogno di capire qual è la politica che vuole fare questo Governo. Questo Governo è già autorizzato a spendere un miliardo di euro dalla Comunità europea: dove li volete mettere?

Questo è il tema. Noi dobbiamo essere competitivi rispetto alla filiera francese, rispetto alla filiera tedesca; abbiamo un indotto importante, che deve evolvere, perché non sarà più, come diceva lei precedentemente, la mobilità tradizionale quella che trainerà il mercato, ma non abbiamo ancora chiarezza di dove questo Governo vuol portare il settore. Le chiediamo di occuparsene».

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