Civeta, i 4 sindaci "ribelli" presentano esposto al Tar. Menna: "Pronti al dialogo"

gestione rifiuti sab 28 gennaio 2023
Politica di Miriam Giangiacomo
2min
Civeta, i 4 sindaci "ribelli" presentano esposto al Tar. Menna: "Pronti al dialogo" ©Vastoweb
Civeta, i 4 sindaci "ribelli" presentano esposto al Tar. Menna: "Pronti al dialogo" ©Vastoweb
iveta, i 4 sindaci "ribelli" presentano esposto al Tar. Menna: "Pronti al dialogo"

CUPELLO. La vicenda del Civeta è finita, com'era prevedibile, al Tar. I sindaci dei quattro comuni "ribelli", come sono stati definiti, hanno avanzato un ricorso riguardante la trasformazione societaria del Civeta, segnalando diverse criticità nel nuovo statuto, che è stato firmato il 2 dicembre scorso dai sindaci di Vasto, San Salvo, Scerni e Cupello. I comuni di Pollutri, Villalfonsina, Monteodorisio e Casalbordino, invece, hanno deciso di impugnare gli atti. 

Il primo cittadino di Vasto Francesco Menna ha inviato ai sindaci dissidenti un messaggio di apertura: "Il Civeta ha dovuto cambiare natura perché la legge imponeva questo, altrimenti chiudeva e sarebbe arrivato Ecoland, una società di Lanciano che avrebbe monopolizzato tutto. Avremmo svenduto così un patrimonio pubblico di svariati milioni di euro. Oggi invece nasce una società che è di questo territorio. Ma soprattutto non potevamo modificare uno statuto che ci tiene uniti da trent'anni. Lasciamo comunque la porta aperta per qualsiasi dialogo ai sindaci che hanno presentato l'esposto". 

Ma i quattro primi cittadini dissidenti hanno le idee molto chiare sulle criticità del nuovo statuto, a iniziare dalla rappresentanza all'interno della società: "Ci hanno escluso - ha detto Nicola Di Carlo, sindaco di Pollutri -. Per di più il Comune di Vasto non ha mai consegnato plastica e carta ma solo medicinali scaduti, e la stessa cosa San Salvo. Hanno debiti verso il Civeta, mentre il comune di Pollutri non ha un centesimo di debito. E non capisco come il commissario della Comunità montana abbia potuto firmare lo statuto, dal momento che non ha questa disponibilità di firma".

Viene criticata anche la nomina di un eventuale Consiglio di amministrazione che farebbe lievitare i costi di gestione: "La nomina di cinque membri del CdA farebbe salire di molto i costi - dice Mimmo Budano, sindaco di Villalfonsina - e questo sarebbe un primo impatto abbastanza considerevole".

A sollevare lo scetticismo dei sindaci è anche il ristoro ambientale accordato a Cupello: "Viene menzionato un ristoro per il fatto che il territorio su cui insiste il Civeta è di Cupello - aggiunge il sindaco di Monteodorisio Catia Di Fabio - ma in realtà anche il nostro comune subisce i disagi del Civeta da tantissimi anni perché è molto più vicino a noi che a Cupello. Noi subiamo i fumi e dobbiamo pensare anche alla manutenzione delle strade su sui passano i camion, ma non siamo stati neanche citati".

E infine viene contestata l'assenza di controllo nelle fasi che hanno preceduto la firma del nuovo statuto: "La rappresentanza dei comuni non c'è - dice Filippo Marinucci, sindaco di Casalbordino -, Con un Civeta che è stato commissariato, sicuramente la mossa più sbagliata che si poteva fare è ricreare un CdA di 5 o 8 persone". 

E infine i quattro sindaci contestano all'unisono la definizione di "ribelli": "Non ci sentiamo ribelli, ma sindaci chiarificatori, vogliamo chiarezza negli atti e far presente che ci sono cose che non funzionano. Stiamo solo tutelando il territorio e i cittadini".

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