Consumi del suolo: necessario accelerare l'iter contro la cementificazione

Argini gio 27 febbraio 2020
Spalla di Claudio de Luca
3min
Consumi del suolo: necessario accelerare l'iter contro la cementificazione ©oneplanetfood
Consumi del suolo: necessario accelerare l'iter contro la cementificazione ©oneplanetfood

ABRUZZO. Negli ambienti governativi intendono accelerare sui d.d.l. inerenti ai consumi del suolo. L’Italia sta viaggiando al ritmo di 4 mq/secondo di territorio cementificato. C'è poi il tema della desertificazione che mette a rischio il 20% delle aree. A Palazzo Madama risultano depositati 12 disegni in materia. Già, anni addietro, l’on. Braga presentò alla Camera un provvedimento per cui gli ee.ll. territoriali debbono motivare le autorizzazioni per "consumare" il territorio, assentibili soltanto in carenza di alternative per il riuso e la rigenerazione di aree già urbanizzate. Nel pianificare a tale proposito, i Comuni sono obbligati a censire gli edifici (siano essi sfitti, inutilizzati od abbandonati) al fine di verificare se la costruzione di immobili, comportante "consumo" di aree, sia veramente essenziale. Secondo la "Coldiretti", l'ultima generazione è stata responsabile della perdita del 28% dei terreni coltivati per colpa della cementificazione e dell'abbandono. Cosicché è su di un territorio meno ricco e più fragile che si abbattono i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti che il terreno non riesce ad assorbire. Il risultato è che sono saliti all'88,3% del totale i comuni a rischio frane e di alluvioni. Dagli Anni '70 la superficie coltivata è diminuita del 28% (5 milioni di ha, pari a Lombardia, Liguria ed Emilia-Romagna unite).

Tale incremento del consumo del suolo non può essere giustificato dalla crescita demografica visto che dal 1950 ad oggi la popolazione è aumentata del 28% mentre la cementificazione ha raggiunto il 166%. Il caso della lottizzazione del “Parco dei pini”, a Campobasso, permise di sottolineare come il fenomeno avesse avuto ampio riscontro in Molise, visibile nella ‘escalation’ dell’edilità, registrato bene prima della crisi. Rimane inspiegabile ed inattaccabile il primato ascrivibile alla 20^ regione in cui il calcestruzzo è cresciuto di oltre 261 milioni di mc, approssimando la Patria di Cuoco ad un modello che, una volta cancellate le quantità minime di verde e di servizi, abrogherà lo stesso principio del governo pubblico del territorio. Il “business” del mattone ha fatto lievitare il numero delle colate di cemento, grazie a Comuni che hanno autorizzato un numero di costruzioni che rimane comunque inattaccabile per un primato ascrivibile del 17,8%. I nemici del mattone sostengono che l'edilizia selvaggia abbia arricchito solo i furbi al punto che l'Agenzia per il territorio, grazie alle foto aeree, ha scoperto l’esistenza di migliaia di immobili totalmente sconosciuti al Catasto.

Il territorio del nostro pianeta è una risorsa vitale a va difeso; ma, in Italia, lo spreco di suolo aumenta soprattutto nelle città. Nel 2018, nelle aree urbane ad alta densità sono stati persi 24 metri quadrati per ogni ettaro (10.000 mq) di area verde. Sono alcuni dei dati del Rapporto 2019 di Ispra (il Centro studi del Ministero dell'Ambiente) e quelli del Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente sul consumo di suolo in Italia, presentato al Senato.
Quasi la metà della perdita di suolo nazionale dell'ultimo anno si concentra nelle aree urbane: il 15% in quelle centrali e semicentrali, il 32% nelle fasce periferiche e meno dense. La cementificazione avanza senza sosta soprattutto nelle aree già molto compromesse: il valore è 10 volte maggiore rispetto alle zone meno consumate. Ogni italiano ha in "carico" oltre 380 mq di superfici occupate da cemento o asfalto, un
valore che cresce di quasi 2 mq ogni anno, con la popolazione che, al contrario, diminuisce sempre di più. È come se, nell'ultimo anno,
avessimo costruito 456 m2 per ogni abitante in meno. Dalla maggiore presenza di superfici artificiali a scapito del verde urbano deriva anche un aumento delle temperature. La differenza di temperatura estiva delle aree urbane rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2 gradi. In Italia, nel 2018, sono stati coperti (con cemento od asfalto) 51 kmq di territorio, in media 14 ha al giorno, 2 mq al secondo. Roma, con un incremento di superficie artificiale di quasi 75 ha, è il Comune italiano con la maggiore trasformazione. Segue Verona (33 ha), L'Aquila (29), Olbia (25), Foggia (23), Alessandria (21), Venezia (19) e Bari (18), tra i comuni con popolazione maggiore di 50.000 abitanti.

Claudio de Luca

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