Adria Iacovanelli: “Spero che l’epidemia non avrà riscontri negativi sulla mia vita futura”

l'intervista mar 14 aprile 2020

Vasto Interviste ai maturandi vastesi: “Penso all’abbraccio di un amico, allo sguardo di un professore, al pranzo dalla nonna”

Attualità di Lea Di Scipio
4min
Adria Iacovanelli: “Spero che l’epidemia non avrà riscontri negativi sulla mia vita futura” ©personale
Adria Iacovanelli: “Spero che l’epidemia non avrà riscontri negativi sulla mia vita futura” ©personale

VASTO. Gli studenti vastesi dell’ultimo anno delle scuole superiori si stanno preparando al tanto atteso Esame di Stato.

Una prova che quest’anno ha sicuramente un sapore diverso, così come abbiamo sottolineato in un nostro precedente articolo (Leggi), premessa di un percorso che abbiamo intrapreso, dando voce ai nostri maturandi.

Dopo l’intervista ad Iris Marchioli (Leggi), proponiamo di seguito quella avuta con Adria Iacovanelli, del Linguistico, classe V F.

Gli ultimi mesi di scuola sono quelli che restano nel cuore e nei ricordi. Cosa ha significato per te questa interruzione forzata?

Frequento l’ultimo anno di Liceo presso l’istituto Pantini-Pudente, o meglio, lo frequentavo prima che un male ingestibile giungesse nella nostra penisola. Inizialmente, non nego d’aver tirato un sospiro di sollievo alla scoperta della chiusura delle scuole considerandola un’opportunità per approfondire i miei studi, ma al contempo, dedicarmi a quelle passioni accantonate da tempo e, perché no, sfuggire alla routine che scandiva serratamente le mie giornate. Inoltre, ero consapevole del fatto che la reclusione sarebbe finita presto, incosciente della gravità della questione, così come il resto dei miei coetanei, mentre, ora che i decreti si susseguono inevitabilmente prolungando la data di scadenza delle imposizioni, mi sento priva di qualsiasi riferimento e tutto ciò che avevo progettato, sembra essere sparito repentinamente.

In aggiunta, mi preoccupa la poca chiarezza con la quale le notizie vengono diffuse, la mancanza di certezze, mi rendo conto che se tutto ciò fosse avvenuto in un altro momento, probabilmente l’avrei affrontato più agevolmente, contrariamente ora sono tante le domande che mi pongo, ma che ne sarà dell’esame di maturità? E degli ultimi attimi all’interno di una scuola? I giorni passano e io non me ne rendo conto, mi sento come se il tempo fosse fermo al quattro marzo, temo di ritrovarmi a sostenere un esame senza poterlo realizzare.

Ho impresse nella mente e le parole dei miei professori, non so se ci stessero incoraggiando, ma descrivevano l’esame di maturità come una prova indimenticabile che cela dietro di sé sensazioni strane e contraddittorie, ma pur sempre emozionanti. Ed io, seppur molto ansiosa, ero eccitata di poter vivere una delle prime prove della vita con la consapevolezza di essere affiancata da quella che ormai non è più una classe, ma è la mia seconda famiglia. Avrei voluto poter godere del viaggio d’istruzione, dei cento giorni all’esame, avrei voluto poter ricordare l’ultima fatidica assemblea in cui ci si stringe forte cantando che “gli esami sono vicini e tu sei troppo lontana dalla mia stanza...”, quest’anno non sarà soltanto la persona che amiamo ad essere distante, ma lo saranno anche i nostri vicini di banco e nostri i professori che seppur con i difetti che contraddistinguono ogni essere umano, ci hanno accompagnato fin qui cercando di trasmetterci le loro conoscenze con passione e dedizione.

Come sta andando con la didattica a distanza? A cosa ti ha fatto pensare questa esperienza?

D’altro canto ci sono alcuni fattori positivi scaturiti da questo triste stravolgimento: l’aver portato l’Italia ad attuare forme di didattica a distanza forzate, che hanno generato uno sviluppo già abbondantemente diffuso all’interno di altri paesi stranieri, nonostante a mio modo di vedere le cose, alcuni strumenti dovrebbero essere utilizzati solo in caso di estrema necessità, perché nulla sostituisce il contatto diretto che intercorre tra un professore ed un alunno. Si parla di un “maxi esame online” ed io, francamente non riesco ad esprimermi a riguardo, ma avevo immaginato la maturità in maniera totalmente diversa e, ancora una volta, la vita mi dimostra la mia impotenza dinanzi a prove più grandi di me, più grande di qualsiasi uomo. La Terra cerca di trasmetterci segnali di emergenza da tempo, avvertimenti troppi spesso sottovalutati, è questa fortunatamente è stata l’occasione decisiva per fermarsi senza transigere sulle scorrette mentalità umane che prediligono la produzione alla salute comune. Sicuramente prima non mi sarei resa conto così precocemente dell’importanza di determinati gesti, determinati luoghi che solo adesso che mi sono stati negati riesco a sentire estremamente indispensabili da frequentare. Ora, ad esempio, sto pensando all’importanza che avrebbe l’abbraccio di un amico, lo sguardo di un professore, ma anche un pranzo dalla nonna.

Vuoi condividere un tuo pensiero su ciò che stiamo vivendo e sulla tua idea di futuro?

Tra i lati positivi di questo stravolgente avvenimento, c’è anche l’accrescimento di valore che sto iniziando ad attribuire a ciò che prima ritenevo scontato, io ad esempio ho sempre odiato passare troppo tempo nei supermercati, ma ad oggi risulta essere l’occupazione più alternativa da svolgere una volta a settimana. Tuttavia se ho la certezza di aver riscoperto passioni che non conoscevo, non so cosa ne sarà del mio futuro, mi riferisco prevalentemente ai piani universitari, proprio a maggio avrei dovuto sostenere un test di ammissione per una delle università che ho in mente di frequentare l’anno prossimo, ma anche questo non sarà possibile e, di conseguenza, non mi resta che aspettare nuovi aggiornamenti ed essere speranzosa nell’avvenire, sperando che ciò che si sta verificando, non avrà dei riscontri negativi nella mia vita futura, ma, al contrario, mi aiuterà a rivalutare ulteriormente ciò che ho senza sottovalutarlo neanche per un attimo. Alla fine di questo tunnel oscuro ci sarà una bellissima primavera, o più probabilmente una caldissima estate e sarà migliore delle solite, perché finalmente, ci sentiremo liberi.

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